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Politica | 31 luglio 2021, 15:15

Enrico Costa (Azione): “Diritto all’oblio in rete per chi viene assolto”

Approvato l’emendamento presentato dal deputato monregalese, che sulla riforma della Giustizia non risparmia una stoccata ai 5 Stelle: “Hanno dovuto chinare il capo ottenendo solo bandierine da sventolare"

Enrico Costa (Azione): “Diritto all’oblio in rete per chi viene assolto”

Dopo l'intesa raggiunta nel Consiglio dei Ministri, la riforma del processo penale arriva al passaggio parlamentare.

La Commissione Giustizia della Camera ha votato e approvato gli emendamenti che recepivano le intese tra i partiti di maggioranza e il testo domani (domenica) arriva all’esame di Montecitorio, con la prospettiva dell’approvazione entro martedì.

Il giorno dopo l'accordo, tutti i partiti di maggioranza rivendicano il successo mentre Fratelli d’Italia, dall’opposizione, critica la riforma come una "mediazione al ribasso che non risolve i problemi".

Abbiamo chiesto un parere al deputato monregalese Enrico Costa, già viceministro della Giustizia e oggi referente della Giustizia per Azione, il partito di Carlo Calenda.

“La riforma Bonafede – commenta - è definitivamente archiviata. Con il testo approvato i processi avranno un inizio ed una fine ed il nostro ordinamento abbandonerà il concetto del “fine processo mai”.


Costa non risparmia una stoccata al Movimento 5 Stelle, che – insieme alla Lega – si è arrogato il merito di aver apportato quelle modifiche che hanno consentito l’accordo politico.


“L’approvazione – osserva – è avvenuta con il voto favorevole dei 5 Stelle: un dietrofront che hanno cercato di celare con una densa cortina fumogena. I grillini – aggiunge - hanno tentato invano di terremotare e far deragliare le proposte della ministra Cartabia, ma hanno chinato il capo e ottenuto solo bandierine da sventolare. Un grazie – conclude il deputato di Azione - alla ministra Cartabia per il grande lavoro svolto”.


Enrico Costa è stato protagonista anche di un passaggio importante, con la presentazione di un emendamento (approvato) che riguarda il cosiddetto “diritto all’oblio” per gli assolti ponendo fine al fango in rete.

“Ieri – spiega - è stata approvata una norma di civiltà, in base alla quale una persona assolta o prosciolta non può essere marchiata a vita'.

La sentenza di assoluzione – afferma - sarà il titolo per ottenere, senza se e senza ma, che i motori di ricerca della rete effettuino la immediata dissociazione dei dati personali degli assolti dai risultati di ricerca relativi al procedimento penale. Lo Stato – aggiunge - deve garantire che l'assolto sia la stessa persona che è entrata nell'ingranaggio della Giustizia, in termini di immagine, credibilità e reputazione. Oggi non è così. I gestori dei motori di ricerca – osserva Costa- molto spesso oppongono dinieghi immotivati e costringono gli interessati a rivolgersi al Garante. La norma approvata sottolinea che nel nostro ordinamento l'interesse pubblico prevalente è quello di chi è innocente a non vedere il suo nome marchiato a vita. Se non ci fosse il processo mediatico, se non ci fossero continue conferenze stampa delle procure, se fosse rispettata la presunzione d'innocenza – annota ancora in conclusione il parlamentare di Azione - non ci sarebbe stato bisogno di questo emendamento. Oggi invece la rete infanga spesso le persone e restano sacche di resistenza ai rimedi”.

 



GpT

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