Situazione inaccettabile. Disperazione totale. Sono queste le parole usate da Igor Boni, candidato alle primarie del centrosinistra, e Riccardo Magi, deputato di + Europa, in seguito alla visita effettuata questa mattina al Cpr di Torino.
"Situazione inaccettabile, è peggio del carcere"
Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino, infatti, è il luogo dove qualche settimana fa ha perso la vita Moussa Balde, suicidatosi all’interno della struttura. “Al Cpr di Torino ci ero andato 9 anni fa, abbiamo sempre monitorato una situazione che è stabile ma inaccettabile, è peggio del carcere. Nel carcere esistono regole, certezze e processi comprensibili. Al Cpr le persone vivono giorno dopo giorno senza sapere cosa gli succederà. Ci sono storie che sono toccanti e commoventi, fanno comprendere come l’umanità rimanga fuori da quelle mura” afferma Igor Boni.
Boni: "Se fossi sindaco, visiterei spesso e non lascerei solo il Cpr"
Alla luce di una posizione così netta, la domanda sorge spontanea: se Boni dovesse vincere le primarie del centrosinistra e ad ottobre diventare sindaco, chiuderebbe il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di corso Brunelleschi? “Non è il Comune di Torino che può decidere se chiudere o no il Cpr, ma quel territorio è nella Città di Torino: il sindaco deve mettere il naso in continuazione in quella situazione, monitorando e contattando i gestori, andandoci di persona. Se io fossi sindaco sarei spesso lì, il Cpr non sarebbe lasciato da solo” spiega l’esponente radicale.
Necessaria dunque la sinergia con Roma e con il Parlamento per risolvere questo problema: “Ringrazio l’onorevole Riccardo Magi che ci ha consentito di entrare al Cpr, senza di lui non saremmo entrati: occorre lavorare sul territorio ma avere un appoggio a Roma per cambiare le cose, le cose sono da cambiare” conclude Boni.
Magi: "Situazione di disperazione totale"
Forte di una lunga esperienza e interesse circa i Centri di Permanenza per il Rimpatrio, Magi commenta così la sua visita a Torino: “La situazione è quella di disperazione totale, assoluta, da parte degli ospiti che ospiti non sono ma sono reclusi. Ci sono 105 persone. I Cpr sono luoghi meno regolamentati del carcere, l’assistenza medica è pochissima, ci sono tante persone con fragilità psichiatriche. Sono luoghi di disperazione. Ci sono persone che hanno figli in Italia e non vedono una prospettiva e un futuro: sono luoghi che non hanno senso, la metà di chi finisce nel Cpr non viene rimpatriato”.
Come si potrebbero quindi superare? Magi propone una soluzione: “Non dovrebbero esistere queste strutture, non servono se mancano accordi di rimpatrio. Il nostro paese stava arrivando a una graduale chiusura e superamento. Poi a un certo punto, anche a causa del livello del dibattito politico, sono tornati di moda: alcuni sono stati ristrutturati, altri aperti”. “Bisogna cambiare le politiche dell’immigrazione, agevolando pratiche di regolarizzazione e l’integrazione a determinate condizioni. Se un datore di lavoro è pronto ad assumerti, devi avere la possibilità di regolarizzare. Oggi non accade, l’irregolarità non ti consente di accedere a quel posto di lavoro. La normativa non promuove la legalità” conclude il deputato.
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