Il Nazionale

Cronaca | 07 maggio 2021, 09:18

“Finalmente la famiglia di Piero Beggi ha avuto giustizia”. Condannato a 14 anni l'imputato Nuara

Il noto chef e contitolare del ristorante Ciabot del Grignolin di Calliano era stato ucciso tra il 2 e il 3 gennaio 2000 nella cantina del locale

“Finalmente la famiglia di Piero Beggi ha avuto giustizia”. Condannato a 14 anni l'imputato Nuara

Finalmente la famiglia di Piero Beggi ha avuto giustizia”. Sono le parole del sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Torino Paolo Fiore, sull’omicidio di Piero Beggi, noto chef e contitolare  del  ristorante Ciabot del Grignolin di Calliano, nell'Astigiano, ucciso tra il 2 e il 3 gennaio 2000 nella cantina del ristorante.

La Corte d'Assise d'Appello di Torino, infatti ha riformato il proscioglimento di Giampaolo Nuara, deciso in primo grado con rito abbreviato, condannando l‘imputato a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Il Capodanno del 2000 aveva portato al ristorante un incasso notevole, circa trenta milioni di lire. La notte tra il 2 e il 3 gennaio  una banda fece irruzione nell’appartamento di Beggi, al piano superiore del ristorante e lo trascinò in cantina, dove pare Beggi tenesse i soldi in attesa di versarli.

Lo chef fu picchiato barbaramente e lasciato a terra da una banda composta, pare, da tre persone. Il mattino seguente il suo staff, preoccupato dalla mancata apertura del locale, lo trovò riverso sul pavimento, agonizzante. La corsa al Cto di Torino non gli salvò la vita, aveva infatti riportato un grave trauma cranico battendo la testa contro un muro.

Le  indagini dei carabinieri con il supporto della Scientifica della polizia seguirono diverse  piste investigative, anche perché i soldi vennero trovati in diversi  punti oltre al milione di lire trovato  nel portafoglio della vittima.

Pochi giorni dopo la morte di Beggi, furono  trovate tre calze di nylon  vicino al locale e tre guanti spaiati.

Sedici anni dopo la svolta, grazie ai Ris di Parma che sono risaliti a Nuara, all’epoca appena ventenne, che aveva compiuto dei furti nel Lodigiano nel 2015. Una traccia di saliva su una calza, apparteneva proprio a lui e a una donna.

Nuara era stato accusato di far parte della banda che assalì lo chef e lo torturò perché rivelasse il nascondiglio dell'incasso e il pm aveva chiesto 30 anni. L’avvocato di Nuara, Maurizio Lamatina aveva smontato le accuse e ottenuto l’assoluzione.

Ma la Corte d'Assise d'Appello di Torino ha riformato il proscioglimento di Giampaolo Nuara condannandolo a 14 anni, (il reato sarebbe presto caduto in prescrizione) ritenendo che i malviventi non volessero uccidere, ma farsi rivelare il nascondiglio dei soldi. La violenza dell’aggressione però ha causato la caduta dello chef e la successiva morte. Non furono usati oggetti contundenti.

Un mistero in realtà ancora irrisolto – spiega il difensore di Nuara, avvocato Maurizio La Matinaattendiamo le motivazioni della sentenza e ricorreremo in Cassazione”.

Betty Martinelli

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