Il Nazionale

Cronaca | 22 marzo 2021, 17:35

Offese alla magistratura: Matteo Salvini assolto a Torino

Il leader della Lega era accusato di vilipendio all'ordine giudiziario per un fatto avvenuto durante un congresso a Collegno nel 2016. Il pm aveva chiesto una sanzione da 3 mila euro

Offese alla magistratura: Matteo Salvini assolto a Torino

Matteo Salvini è stato assolto "per la particolare tenuità del fatto" al processo che lo vedeva imputato a Torino per vilipendio all'ordine giudiziario.

Il 14 febbraio 2016, durante un congresso regionale della Lega tenutosi al palazzetto dello sport di Collegno, l’allora segretario federale della Lega Nord disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare". Salvini definí poi i magistrati "stronzi" e "lazzaroni che rompono le palle alla Lega", mentre la magistratura italiana "una schifezza".

Il pm Emilio Gatti aveva chiesto una sanzione pari a 3 mila euro. "Sono molto soddisfatta - ha commentato Claudia Eccher, legale difensore di Salvini - questa é una sentenza che ripristina lo stato di diritto".

"La Giustizia italiana va profondamente riformata, il 'sistema Palamara' va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti", questo il primo commento alla sentenza da parte del leader della Lega. "Sono contento, ringrazio giudice e avvocato".

"Un'ottima notizia - commenta il presidente della Lega Piemonte, Alberto Preioni - che dimostra la correttezza dell’operato del nostro Capitano, il leader del più grande partito popolare italiano che ha sempre dimostrato, da suo fedele e coscienzioso servitore come parlamentare della Repubblica e ministro dell’Interno, di rispettare e difendere le Istituzioni del nostro Stato democratico. Per le stesse identiche ragioni confidiamo nella sua completa assoluzione anche nei procedimenti che lo vorrebbero vedere condannato alla stregua di un malavitoso per il solo motivo di aver difeso da un’incontrollata immigrazione clandestina i confini della nostra Patria, dovere peraltro sancito dalla nostra Costituzione".

Marco Panzarella

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