“La cultura in città è un sistema complesso, fragile, che negli ultimi 15 anni ha lottato per sopravvivere. Il Comune di Torino ha visto diminuire le sue risorse dai 230 milioni nel 2005 ai 44 milioni di oggi. E il 2021 si presenta ancora peggiore del 2020”. È questo lo scenario che l’assessora alla cultura Francesca Leon ha presentato questa mattina al senato, nel corso di un’audizione congiunta con i colleghi di Genova, Milano, Bari e Venezia sulle condizioni del comparto e dei suoi lavoratori nel corso della pandemia. L’incontro fa seguito alle proposte a sostegno degli ecosistemi culturali urbani presentate alla stampa, da dodici città, a febbraio.
“Le amministrazioni hanno sempre lavorato sull’autofinanziamento e l’acquisizione di competenze, ma oggi questo modello si è sgretolato a causa del virus - ha detto Leon, ricordando l’urgenza di istituire un tavolo permanente degli enti locali in costante dialogo con il Mibac -. Ci rivolgiamo al governo per tracciare una nuova strada insieme, perché il lavoro culturale è un’emergenza antica. In particolare, auspichiamo un sostegno concreto a tutte quelle maestranze discontinue per natura, con una riforma strutturale del lavoro culturale”.
Infine, un’attenzione a tutte le piccola realtà rimaste escluse dalle coperture economiche, i circoli e le associazioni culturali affiliate Arci e Acli: “Non sono obbligati ad avere partita Iva e, di fatto, il 70% di quelli torinesi non sta ricevendo sussidi - ha ricordato Leon -. Per noi sono fondamentali, perché offrono servizi alla cittadinanza e sono sentinelle di una comunità che altrimenti rischia la desertificazione, soprattutto nelle periferie. Bisogna porre rimedio a questo baratro”.
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