Rigenerare la città partendo dal basso e facendo una "colletta" per realizzarlo. E' questo l'obiettivo di "Bottom Up!", il nuovo festival di architettura di Torino promosso dalla Fondazione per l'architettura e che vuole proporre un nuovo modello di metropoli: costruito sulla base delle esigenze delle comunità e contribuendo a realizzare i progetti non solo con le risorse pubbliche, ma anche raccogliendo denaro tramite il crowdfunding. In tutto sono 11 i progetti che hanno ricevuto il semaforo verde: dal centro passando per San Salvario e arrivando a toccare le periferie, comprese Mirafiori o Barriera di Milano.
[Alessandra Siviero, presidente della Fondazione per l'architettura di Torino]
"I progetti sono distribuiti in maniera omogenea su Torino - spiega Alessandra Siviero, presidente della Fondazione -. I donatori sono stati in tutto 929 con una donazione media di 33 euro ciascuno: il totale finanziato è di 142mila 365 euro tra privati, donazioni speciali (100mila euro) e crowdfunding (oltre 31mila euro). Burocrazia permettendo, cercheremo di partire il prima possibile, seguendo poi i lavori passo dopo passo".
La cartina geografica di una città che cambia
Come detto, saranno 11 i progetti pronti a partire. Distribuiti in tutta la città e andando a interessare molti ambiti diversi tra loro, ma con un filo conduttore: restituire alla cittadinanza luoghi di incontro e condivisione, sottraendoli al degrado.
Ecco dunque Risorgimento Social Club, piano per ammodernare una ex bocciofila con la progettazione degli spazi esterni in via Poggio, zona Barriera di Milano. Oppure Miraorti, che mette al centro dell'attenzione un grande parco con orti abusivi nel cuore di Mirafiori e che prevede un percorso di bonifica e legalizzazione. Cortile Mondo invece è un progetto pensato per la scuola Chagall, in via Cecchi, realtà a forte presenza di bimbi stranieri, per un percorso inclusivo nel verde con spazio ludico aperto al quartiere.
Porta Palazzo è invece il centro di gravità di La ruota di scarto, progetto che prevede una cucina mobile che possa lavorare con gli scarti del mercato per non sprecare gli avanzi, lì come in altri mercati della città. Wall Coming riguarda invece la costruzione di un teatro per il Carcere minorile di Torino, accessibile alla città, per permettere ai giovani detenuti di interagire con la collettività, mentre Lo Spazio di mezzo vuole creare una possibilità di aggregazione per comunità cinese in via Medici, zona Circoscrizione 4.
Una pietra tira l'altra vuole invece realizzare, tra Rebaudengo e Falchera, in zona Pietra Alta, un cinema all'aperto e spazi conviviali, mentre in Barriera di Milano ci sarà lavoro per il Forno sociale Spiga ovvero un forno comunitario per rilanciare l'attività di panificazione.
San Salvario e la sua casa del Quartiere sono i protagonisti del progetto 10x10, mentre Hear Me punta a realizzare uno spazio fatto di suoni e ambienti di serenità, ancora in Barriera di Milano (zona Giardino Piredda). Il cuore della città è invece la cornice di Corti.lì, progetto che nel centro di Torino punta a rivalutare lo spazio di incontro e aggregazione che è stato individuato in via delle Rosine, angolo via Giolitti.
"Siamo molto contenti del risultato del Festival, che abbiamo contribuito a far conoscere e accompagnare - dice Antonino Iaria, assessore comunale all'urbanistica -. C'è stata grande passione e partecipazione, con cifre enormi non tanto nella quantità, ma negli effetti che possono avere sulle comunità e sui quartieri coinvolti. Cercheremo di portare questo metodo a un livello di istituzionalizzazione, per portare avanti anche in futuro questa collaborazione".
"Torino è spesso un laboratorio di innovazione e da qui partono novità che cambiano i settori di competenza, ma anche interi settori - aggiunge Massimo Giuntoli, presidente dell'Ordine degli architetti di Torino -. Eravamo davanti a una sfida che possiamo dire vinta: è un format che anche altre città in Italia ci stanno chiedendo e lo stiamo diffondendo con un nostro brand. Ma siamo sicuri che con lo stesso metodo si potranno riqualificare molti altri siti della città di Torino e della Città Metropolitana".
"La creatività e la competenza della comunità degli architetti ha trovato il modo per portare alcune zone dal degrado all'eccellenza", dice Giuseppe Bergesio, ad di Iren Energia, che ha fornito un contributo economico importante a questa iniziativa. "Bisogna creare un fenomeno contagioso, per Torino, ma anche per le altre città".
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