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Politica | 17 novembre 2020, 07:50

Movimento 5 Stelle in mezzo al guado: partito di lotta o di governo?

Stabilito il limite invalicabile dei due mandati, la quasi totalità dell’attuale classe dirigente cuneese – dal ministro Fabiana Dadone ai consiglieri comunali di Cuneo (Manuele Isoardi) e Savigliano (Antonello Portera) - sta arrivando al capolinea e non si vedono rincalzi all’orizzonte

Movimento 5 Stelle in mezzo al guado: partito di lotta o di governo?

Nelle intenzioni, gli Stati Generali tenutisi nel fine settimana dovevano servire “a definire un’agenda politica chiara, coerente e rinnovata, e a dare al MoVimento 5 Stelle – così si legge sul blog - una struttura organizzativa basata su regole e principi coerenti con il nostro passato, ma rinnovati anche alla luce della maturata esperienza nelle istituzioni, a tutti i livelli”. Avrebbe dovuto essere, sempre nelle intenzioni, “un grande confronto collettivo, il modo migliore per affrontare le sfide del presente e guardare al futuro con una nuova consapevolezza”.

In realtà, a conti fatti, ancora non è chiaro a cosa sia servita la kermesse, nel corso della quale sono emerse, in tutta evidenza, le due anime del partito: quella di lotta, rappresentata da Alessandro Di Battista, e quella di governo, incarnata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Come si colloca, nella galassia pentastellata che si sta ridisegnando in questi giorni, la ministra cuneese della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone?

Pur facendo parte (per ovvie ragioni) del fronte “governista”, Dadone non risulta ascrivibile (almeno in senso stretto) all’entourage di Di Maio, ma semmai più vicina al presidente della Camera Roberto Fico insieme al collega Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico. Una posizione prudente  - quasi di galleggiamento si potrebbe osservare – nella fase in cui volano gli stracci e la tensione - è il caso di dirlo – è... alle stelle.

Un atteggiamento comprensibilmente guardingo, dal momento che non sono  stati i magri risultati elettorali ottenuti dal partito sul territorio né un cursus accademico d’eccezione a portarla al ministero, bensì le giuste entrature nel gruppo parlamentare e la sua appartenenza al “grillismo” degli albori.

In attesa di conoscere i nomi del direttorio che gestirà la nuova fase, dagli Stati Generali è emerso un no categorico a qualsiasi deroga alle regole iniziali, a partire dal terzo mandato fosse anche “per meriti speciali”. Ciò significa – declinato in chiave provinciale - che Dadone e pressoché tutti gli esponenti pentastellati del cuneese (ai vari livelli istituzionali) non saranno ricandidabili essendo in corso il loro secondo mandato.

Per i 5 Stelle, in prospettiva, si richiede dunque una fase di riflessione anche a livello locale, dal momento che i consiglieri comunali, in particolare coloro che sono stati i candidati sindaco nelle ultime due tornate, sono prossimi al fine corsa e non si vedono rincalzi all’orizzonte.

Oggi, nelle “sette sorelle”, la rappresentanza comunale è rimasta appannaggio unicamente di Cuneo e Savigliano, dove i 5 Stelle contano due consiglieri in ciascun municipio. Nel primo caso si tratta di Manuele Isoardi e Silvia Cina; nel secondo di Antonello Portera e Claudia Giorgis.

In queste due città si andrà al voto nella primavera del 2022. Sarà un test amministrativo interessante per vedere, da un lato, se si realizzeranno alleanze col Pd (ipotesi di cui si sta vociferando a Savigliano), dall’altro, per capire qual è, dopo dieci anni, l’effettivo radicamento del M5S sul territorio.

GpT

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