Ad Alba, ad un anno e mezzo dalle elezioni amministrative, la maggioranza di centrodestra guidata dal sindaco forzista Carlo Bo vacilla. La nascita del gruppo “Alba liberale” ha determinato un terremoto che continua a far sentire i suoi effetti. É in particolare sotto la voce “liberale” che si stanno frammentando i gruppi consiliari.
Nei giorni scorsi Sebastiano Cavalli (ex “Alba liberale”) ha dato vita, in solitaria, ad “Azione liberale”, ispirato da Enrico Costa dopo la sua adesione al partito di Carlo Calenda. Diventa dunque sempre più difficile per il primo cittadino, pur eletto al primo turno, districarsi nel groviglio della matassa “liberale”.
Cavalli, primo escluso nella lista Fratelli d’Italia di Emanuele Bolla, gli era subentrato in Consiglio quando questi era entrato in giunta. Con l’operazione, Costa ha in qualche misura restituito la pariglia a Bongioanni e Casoni (FdI) dopo la loro campagna acquisti. Cavalli ora si colloca in una posizione “centrista” che – almeno in linea teorica in coerenza con la posizione di Calenda – dovrebbe essere maggiormente autonoma, creando perplessità tra gli altri partner di coalizione.
Bo non riesce più a riunire insieme i suoi al punto da essere stato costretto ad incontri separati.
Così è successo la scorsa settimana, quando, in vista del Consiglio comunale, ha dovuto incontrare prima i “lealisti” e poi i “critici” di “Alba liberale”.
In entrambe le riunioni il sindaco è apparso sotto pressione anche in conseguenza dello scivolone di un mese fa in Consiglio comunale a proposito della vicenda della variante urbanistica relativa ad un immobile nel quale possiede un ufficio. Adesso che la minoranza di centrosinistra vuole vederci chiaro e minaccia di adire le vie legali si sente solo, non sufficientemente sorretto dai gruppi che formano la sua maggioranza. Per queste ragioni ha espresso ai suoi il disappunto per le crescenti scollature fino ad arrivare a manifestare l’intenzione di voler lasciare.
“Avanti così non si può andare. Se non interverranno profondi cambiamenti – ha detto loro Bo – facciamo in modo di approvare il bilancio comunale, dopo di che rassegnerò le dimissioni”.
L’annuncio shock, ribadito nel corso delle due riunioni, ha messo in subbuglio il mondo politico albese.
Ora tutti si interrogano per capire quali saranno le conseguenze di esternazioni che era impossibile pensare passassero sotto silenzio. Scoramento momentaneo o progressivo sfilacciamento di una coalizione che sembra non riuscire più a trovare un proprio centro di gravità?
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