Dalle Lega dei Ticinesi riceviamo e volentieri pubblichiamo
Come volevasi dimostrare: senza un correttivo forte il numero dei frontalieri attivi in Ticino continuerà a crescere. E la possibilità di tirare un freno deciso c’era con il voto del 27 settembre scorso sull’iniziativa per una limitazione dell’immigrazione di massa. Così non ha voluto il popolo svizzero, contrariamente alle cittadine e ai cittadini ticinesi che - vivendo sulla propria pelle giorno dopo giorno il continuo effetto sostitutivo di lavoratori indigeni con lavoratori frontalieri e relativo dumping salariale– avevano approvato la proposta di contingentare l’afflusso di manodopera estera.
I dati diramati ieri sono allarmanti e dicono che a fine settembre nel nostro Cantone i lavoratori con il permesso G erano 70.078 con un balzo ulteriore dell’1,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Alla faccia di chi durante la campagna contro l’iniziativa votata il 27 settembre sosteneva che tutto va bene sul mercato del lavoro. Oggi tocchiamo ancora una volta con mano la realtà e cioè che in Ticino è in atto una progressiva sostituzione di lavoratori residenti con lavoratori frontalieri.
La cosa è ancora più grave in un periodo in cui a causa della crisi legata al coronavirus anche i posti di lavoro subiranno una contrazione. In questo senso la situazione italiana, molto grave sotto il profilo occupazione, provoca una grande pressione sul nostro mercato del lavoro.
E qui – spiace dirlo – una grossa responsabilità va ascritta ai responsabili di diverse aziende nel settore terziario che preferiscono assumere lavoratori italiani. Inoltre sempre più spesso si verifica il fenomeno moltiplicatore legato alla volontà di molti frontalieri di introdurre qui da noi loro famigliari o conoscenti. Sommando poi questo fattore diretto all’interno delle aziende con quello messo in campo dalle aziende interinali che propongono posti di lavoro con contratti che solo i frontalieri possono accettare ecco dipinto il quadro completo, che porta poi a constatare, trimestre dopo trimestre, l’aumento sistematico del numero di frontalieri.
Il nostro Movimento stigmatizza questa situazione, così come la mancata collaborazione in fatti concreti di PLR, PPD e PS per porre dei limiti a questa costante crescita. Il dato pubblicato oggi è fonte di grande preoccupazione alla luce delle difficoltà che la crisi attuale comporterà per molte lavoratrici e lavoratori ticinesi e le cui avvisaglie si sono già manifestate con i dati sulla disoccupazione. In questo senso la Lega dei Ticinesi spera che davvero si riescano a concertare azioni concrete con tutti i partiti per porre correttivi. In caso contrario le conseguenze saranno nefaste
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