Luigi Genesio Icardi non ci sta. L'assessore regionale alla Sanità è finito nel mirino per il fatto di essere andato in viaggio di nozze nel bel mezzo del nuovo picco dell'epidemia "di ritorno" del Coronavirus. Un'ondata che - annunciata o meno - sta colpendo anche il Piemonte e qualche timore emerge da più parti.
L'esponente della giunta Cirio (proprio nelle ultime ore si sono rincorse voci su rapporti piuttosto tesi tra i due) rispedisce le accuse al mittente: "Compreso il viaggio, sono stato via solo cinque giorni, durante i quali sono stato operativo come se fossi stato presente: chi mi critica, strumentalizza la situazione". "Mi auguro - ha aggiunto - che la condizione della Sanità piemontese non sia inficiata dalla mia presenza fisica o meno. Ma io ho sempre lavorato pancia a terra e dal mio partito (la Lega, ndr) ho ricevuto dimostrazioni di solidarietà. Siamo compatti".
E spostando l'obiettivo sulla situazione negli ospedali piemontesi, Icardi sottolinea: "Il Piemonte è pronto a questa seconda fase di epidemia. Ci sono le conoscenze scientifiche, il personale e i farmaci per poter lavorare al meglio". E analizzando i dati sottolinea come "Il 90% dei positivi è asintomatico e anche se la pressione sugli ospedali sta salendo, siamo ben lontani dalla saturazione delle terapie intensive, come invece qualcuno ha sostenuto in questi giorni".
La guardia, tuttavia, va tenuta alta: "Servono sacrifici per il bene di tutti, dal modo in cui ci comportiamo dipende la vita degli altri e dobbiamo esserne consapevoli. Soprattutto perché buona parte dei contagi avviene in ambito famigliare-parentale, quando si abbassa la guardia".
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