La protesta di lavoratrici e lavoratori della sanità privata sale di tono: questa mattina sono stati in tantissimi a manifestare, sotto alla prefettura di Torino, con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil.
La situazione è nota da tempo per i 10mila piemontesi, di cui 7mila solo a Torino, impiegati nel settore: "Nonostante - ha spiegato Massimiliano Mendolia di Cisl Funzione Pubblica - il pre-accordo di giugno con Aris e Aiop, e gli impegni presi da Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni e Regione Piemonte, la vertenza per il rinnovo del contratto nazionale atteso da 14 anni non si sblocca. I lavoratori sono in ostaggio delle dinamiche contrattuali e politiche tra i due enti e le istituzioni".
Le cose, però, potrebbero addirittura aggravarsi: "Aris e Aiop - ha aggiunto il collega di Cgil Massimo Esposto - stanno cercando accordi con le singole regioni per aumentare le tariffe delle prestazioni sanitarie senza prima firmare un accordo sul contratto nazionale. Tutto questo, oltre a bypassare le nostre mobilitazioni, mira esclusivamente ad aumentare i profitti andando a incidere sulla spesa pubblica".
L'attenzione dei sindacati confederali si sta concentrando sui rappresentanti delle istituzioni: "Chiederemo - annunciano - all'assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, che incontreremo oggi pomeriggio alle 16, di non firmare alcun accordo". Una delegazione è stata ricevuta anche dal prefetto di Torino Claudio Palomba.
Solidarietà alla piazza è stata portata dal presidente della Commissione Lavoro della Città Andrea Russi, impiegato nella sanità pubblica: "Da collega - ha commentato - e da rappresentante politico non posso che essergli vicino: 14 anni senza contratto sono un'eternità per lavoratori abituati a mantenere ritmi altissimi".
"La politica può intervenire a livello alto, così come l'ordine professionale in attesa di nomina: facile parlare di eroismo quando poi si dimentica in fretta".
Commenti