Si è concluso a Imperia il tour, nel ponente ligure, di Giorgia Meloni, leader Fratelli di Italia Dopo la passeggiata in centro a Sanremo e l’incontro pubblico al Bay, la presidente nazionale di FdI ha chiuso a villa Roseto la visita in cui ha lanciato la campagna elettorale dei candidati per le elezioni regionali ossia Gianni Berrino, Massimiliano Iacobucci, Sara Serafini e Veronica Russo.
A Imperia, però la Meloni ha anche incontrato rappresentanti del mondo del lavoro e dell'imprenditoria e tra questi il patron di 'Cipressa Sapori' Remo Alberti, l'ex sindaco di Imperia Carlo Capacci e il direttore di Confindustria provinciale Paolo Della Pietra. A margine della tappa nel capoluogo di provincia, dove è stata accompagnata dai candidati e dai big del partito regionale e provinciale, la leader di FdI con i cronisti ha parlato di diverse tematiche e tra queste spiccano quelle dei problemi economici legati alla pandemia, ma anche l'ipotesi di un nuovo lockdown e la riforma della legge elettorale.
"È stato un incontro molto proficuo- ha detto Giorgia Meloni- i problemi che pongono sono gli stessi che in qualche maniera Fratelli di Italia ha cercato di far notare al Governo anche in questa fase di post covid. C’è la grande questione della tassazione, infrastrutture inadeguate e vincoli troppi stringenti. In una fase come questa rischiano di portare alla fine di moltissime aziende italiane poiché lo Stato può ridistribuire la richiesta, ma non la crea. Perché la richiesta la creano le imprese e la nostra priorità dovrebbe essere quella di lavorare affinché le aziende sopravvivano. Tantissime sono state le proposte che fratelli di Italia ha fatto in questi mesi: unificazione degli anni fiscali 2019-2020 per consentire di compensare gli utili del 2019 con le perdite del 2020. Abbiamo chiesto per dare un contributo a fondo perduto vero alle aziende e quindi chi aveva avuto una contrazione significativa del fatturato potesse trattenere il 50% dell’Iva, fino a 100 mila euro dell’Iva emessa. Abbiamo chiesto che si tornasse indietro rispetto a una serie di vincoli secondo noi che non fanno bene. 'Decreto dignità' , reintroduzione dei voucher in ogni settore, no al tetto al contante, scontrino e fatturazione elettronica, ossia di alleggerire la burocrazia per queste aziende e poi ovviamente di spingere sugli investimenti. 80 miliardi, 100 e più miliardi di euro spesi in deficit e il minimo storico di soldi sugli investimenti; sono soldi dei nostri figli che possiamo spendere, ma dobbiamo farci qualcosa che rimanga anche per i nostri figli e che possa costruire in questo momento una crescita. Su questo gli imprenditori sono d’accordo".
L'INTERVISTA INTEGRALE A GIORGIA MELONI
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È possibile un prossimo lockdown? "È oggetto delle critiche che abbiamo mosso, chiosa la Meloni. L’Italia non ha 55 miliardi di euro da spendere ogni mese, la sfida non poteva essere quella di concentrarsi unicamente sul sostegno a reddito del lavoratore. La cassa integrazione non può essere l’unica soluzione perché si dà un messaggio di resa. Avevamo chiesto che ad esempio un imprenditore, il quale poteva accedere alla cassa integrazione ma decideva di non farlo avesse un contributo pari all’ 80% di quanto allo Stato sarebbe costata quella cassa integrazione proprio per lavorare sulla sopravvivenza del nostro settore produttivo perché noi rischiamo un’ecatombe occupazionale. Rischiamo che centinaia di migliaia di aziende chiudano. Sul lockdown io no ho gli elementi scientifici per valutare i prossimi rischi. Certo quelli elementi li aveva il governo, li ha sempre avuti. Come dimostra il documento puntuale che fu mandato il 12 febbraio al Governo e che preannunciava al Governo tutto ciò che poi sarebbe avvenuto. Il 12 febbraio era il tempo nel quale i negazionisti del virus, Zingaretti e compagnia, facevano gli aperitivi a Milano e ci dicevano che l’unico virus era il razzismo e il ministro degli Esteri Di Maio mandava tonnellate di mascherine in Cina. Se i negazionisti del virus, Pd e Cinque stelle, si fossero mossi per tempo magari oggi le cose andrebbero meglio. Non siamo in grado di valutare perché aspettiamo la pubblicazione di tutti gli atti del Cts che arriveranno dopo che Fratelli d’Italia ha minacciato di portare una mozione in’aula per chiedere la pubblicazione di questi atti che devono essere pubblici e che invece, il Governo aveva secretato".
Riforma elettorale proporzionale. "La considero abbastanza scandaloso, tuona Giorgia Meloni. Non ho capito ancora, dice ironicamente, se in Italia c’è o non c’è un’ emergenza coronavirus. Ci hanno chiesto di prorogare lo stato di emergenza e quindi vuol dire che siamo in una situazione di emergenza, qualcuno mi deve dire cosa ci azzecca la legge elettorale. Se siamo in emergenza il Parlamento non ha tempo da perdere per cercare di costruire un’altra legge elettorale disegnata addosso alle misure dei partiti che la scrivono. Il Pd viene oggi a dirci che deve fare una nuova legge elettorale per rimuoverne una ignobile che aveva fatto sempre il partito democratico per fare un’altra legge, sempre ignobile e sempre fatta dal Pd. Loro sono così: ogni elezione devono farsi una legge che consenta loro di governare anche se gli italiani stanno dicendo in tutti i modi possibili e immaginabili che non li vogliono votare e non li vogliono al Governo. Mi pare scandaloso il metodo e il merito. Cioè portare una legge elettorale proporzionale in Italia significa una norma 'salva-inciucio' . Nella proposta della maggioranza non solo non ci sono più le alleanze, non c’è l’indicazione del leader, non c’è l’obbligo di depositare il programma, in compenso ci sono ancora le liste bloccate. Quindi per capirci, gli italiani vanno a votare, ma non votano i parlamentari perché ci sono le liste bloccate, non votano un partito sulla base delle sue alleanze perché non le conosce, non vota il leader perché non sa chi è e non vota manco il programma perché non lo vogliono depositare. Cosa andremmo a votare a fare?, secondo questi signori?”.
Regionali in Liguria. "Mi aspetto una crescita significativa di Fratelli di Italia, afferma la presidente nazionale, che possa rendere il nostro movimento ancora più centrale nei prossimi cinque anni di giunta Toti. Mi aspetto di vedere riconosciuto il lavoro di coerenza e di concretezza che abbiamo fatto in questi anni. Siamo una forza politica che mantiene sempre i propri impegni e ha continuato a parlare sempre dei problemi dei cittadini e ha cercato soluzioni anche dall’opposizione che spesso aveva immaginato le soluzioni che col tempo si sono rilevati più efficaci. Persone serie che cerano di fare bene il loro lavoro, mi pare che anche l’entusiasmo che stiamo raccogliendo qui in Liguria dica che le premesse sono ottime, ha concluso, poi il resto lo dobbiamo far dire ai liguri".
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