Non vi alcun furto di energia elettrica. Così il giudice presso il tribunale di Asti, dottor Fabio Liuzzi, ha deciso in merito a un curioso caso che da tempo impegna le cronache della stampa locale.
Un ristoratore del 1980, titolare di un esercizio dell’Albese, era stato rinviato a giudizio con l’accusa di furto aggravato e sottrazione di energia mediante mezzo fraudolento, nel presupposto che, al fine di trarne ingiusto profitto, come intestatario di un contatore dell’energia elettrica vi avrebbe apposto un magnete permanente, determinando un errore di lettura dello stesso nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2013 e il 9 febbraio 2016.
La denuncia era partita da un controllo effettuato proprio il 9 febbraio di quattro anni fa. Rilevato un anomalo andamento dei consumi, la società Egea Commerciale Srl, fornitrice di quell’utenza, aveva richiesto ai tecnici Enel di verificare il buon funzionamento del contatore. Appoggiato sul dispositivo gli stessi ispettori avevano ravvisato la presenza di un corpo estraneo, poi riconosciuto come un magnete.
Verbalizzato tale presenza, e supposta per effetto del suo funzionamento una diminuzione dei consumi quantificata nel 42%, gli stessi tecnici procedevano alla sostituzione del contatore, al contestuale sequestro di quello rimosso, procedendo poi alla denuncia dei fatti presso la Procura della Repubblica astigiana.
Dopodiché retrodatavano quella anomala situazione al 1° gennaio 2013, il momento in cui secondo loro si era registrato il crollo di consumi, quantificando in 38.121 kW la quantità di energia elettrica che l’imputato avrebbe sottratto nel periodo considerato.
Da qui il procedimento appena conclusosi presso ad Asti. Dopo svariate udienze, sentiti testi e ispettori, il Tribunale aveva disposto una perizia tecnica affidata al dottor Giuseppe Mario Trivero di Alessandria, chiedendo al consulente di descrivere la natura del corpo estraneo e la sua idoneità alla manomissione nel conteggio dei consumi.
Poi si era passati ai periti di parte. Rappresentata dall’avvocato albese Roberto Ponzio, la difesa si era affidata al parere del professor ingegner Alessandro Ferrero, ordinario di Misure Tecniche ed Elettroniche al Politecnico di Milano, luminare del campo e autore anche di un volume pubblicato sulla materia nel 2016.
Lo scorso 24 gennaio il processo è quindi arrivato alla discussione e alla sentenza. Il pubblico ministero Donato Repole ha chiesto la condanna dell’imputato a una pena pari a 6 mesi di reclusione, mentre la difesa ha contestato la tesi accusatoria. All’esito della discussione il giudice ha mandato assolto il ristoratore perché non è stata raggiunta la prova della sua consapevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio.
Così l’avvocato Roberto Ponzio: "L’ipotesi di accusa si è rivelata infondata. La stessa si reggeva su due presupposti: la diminuzione dei consumi e il rinvenimento del magnete. Per quanto riguarda il primo punto abbiamo dimostrato che alla stessa era corrisposto un aumento di consumi di gas metano, da collegarsi a un diverso utilizzo, in quel periodo, degli strumenti di cottura della pizzeria ristorante. Per quanto riguarda invece il secondo punto, abbiamo contestato che quel dispositivo abbia inciso su risultati di misura del contatore, poi che non erano note le caratteristiche magnetiche del corpo, e che, infine, non si poteva affermare con certezza che potesse aver influenzato il funzionamento del contatore. Inoltre la verifica effettuata dai tecnici Enel non era stata condotta nel rispetto della normativa tecnica Cei, per cui i suoi risultati erano largamente inattendibili e inficiati da diverse incongruenze. Secondo noi quell’oggetto non ebbe influenza sul conteggio e il prelievo fu regolare".
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