Il Nazionale

Cronaca | 16 settembre 2025, 12:15

Fine Pnrr, fine lavoro: tribunali sotto organico, ma metà dei funzionari non verrà stabilizzato

La denuncia arriva dalla Cgil. In Piemonte oltre 500 assunti vedono come un incubo la scadenza del 30 giugno. Personale altamente specializzato, tra neo laureati in Giurisprudenza e Economia, ma anche avvocati con esperienza

Fine Pnrr, fine lavoro: tribunali sotto organico, ma metà dei funzionari non verrà stabilizzato

Carlo (nome di fantasia) ha 44 anni. È una delle persone con più esperienza presente in piazza Castello oggi. È avvocato, per 15 anni ha esercitato la professione, ma nel 2022 sceglie di partecipare al concorso Pnrr come funzionario per l’Ufficio per il Processo (Upp). Un mestiere a cui ha ambito e legato, però, ai milestone imposti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che scadranno nel giugno del 2026. Oltre quella data non c’è certezza di quello che accadrà. 

Per il momento, ci spiega, si è sospeso, ma non cancellato, dall’Ordine. “Potrei tornare a fare il mio vecchio lavoro, ma non è quello che auspico.”

Solo 6 mila stabilizzazioni

Non è dato sapere se nei prossimi mesi arriverà la stabilizzazione che, al momento, è stata promessa a 6 mila persone, su 12 mila, a livello nazionale. L’altra metà, salvo interventi, perderà il posto. Nonostante gli uffici dei tribunali siano sotto organico, anche in Piemonte. 

Gli assunti in Piemonte e Valle d’Aosta, attraverso tre concorsi indetti tra 2022 e 2024 sono poco più di 500, la maggior parte come funzionari in Corte d’Appello, tribunale e Procura, ma anche diversi profili tecnici. In mezzo a loro moltissimi neo laureati in Giurisprudenza o con la triennale in Economia. Questi i requisiti per entrare. Tutto personale altamente qualificato, ma che, vista la giovane età, ora teme di non avere i titoli necessari per mantenere quel posto di lavoro per cui hanno lavorato per mesi e per cui hanno sviluppato una certa competenza.

Tutti lavoratori che questa mattina, martedì 16 settembre, si sono radunati davanti alla Prefettura in un presidio organizzato dalla Cgil.

In Piemonte tribunali in carenza

Siamo qui per rivendicare un lavoro stabile che permetta di condurre una vita dignitosa - spiega Lucrezia Paternoster, rappresentante sindacale dei lavoratori precari della Corte d’Appello - Nonostante siamo ormai inseriti a pieno regime nella macchina giudiziaria il 30 giugno 2026 rischieremo di rimanere tutti a casa. Il piano strutturale del Ministero non ha concepito il Pnnr come uno strumento per far ripartire l’Italia, ma solo per tamponare una situazione di emergenza, per poi precipitare in un disastro cronico. Ne verranno stabilizzati la metà, nonostante le carenze siano ormai superiori a 15mila persone e altre 5 mila risorse andranno in pensione nel prossimo anno”.

Secondo i sindacati la carenza di organico da supplire in Piemonte è tra il 30% e il 40%, e in questi mesi, come sostengono i lavoratori, molte mansioni di carattere amministrativo sono stati svolti dagli assunti del Pnrr, ruoli solitamente svolti da assistenti giudiziari, a loro volto sottodimensionati. 

Su queste figure è stato bandito un concorso per l’assunzione di 2.600 assistenti. “Una beffa - rivendicano i presenti - da un lato si assume nuovo personale, dall’altra si lascia a casa personale che ha già acquisito capacità.”

Daniele Caponnetto

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