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Eventi e Turismo | 02 settembre 2025, 08:00

Grandi eventi, la visione di Lorenzo Garzarelli: "Ogni manifestazione deve lasciare un segno, sia economico che culturale”

Il consigliere delegato del Comune di Genova racconta il successo del Red Bull Cerro Abajo e anticipa le sfide future: “Dobbiamo far tornare i genovesi a vivere la loro città”

Grandi eventi, la visione di Lorenzo Garzarelli: "Ogni manifestazione deve lasciare un segno, sia economico che culturale”

Il Red Bull Cerro Abajo, la spettacolare discesa urbana in mountain bike che ha trasformato le strade della città in un tracciato mozzafiato, ha rappresentato il battesimo del fuoco per Lorenzo Garzarelli, da luglio Consigliere delegato ai Grandi Eventi del Comune di Genova.

È stata un’esperienza nuova per me – spiega – il primo grande evento da quando ho ricevuto la delega. In due giorni e mezzo, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, abbiamo registrato circa centomila presenze tra piazza Caricamento, Castelletto e largo Zecca. Solo tra sabato e domenica l’indotto economico per alberghi, bar e ristoranti è stato stimato in milioni di euro”.

Un risultato che, sottolinea Garzarelli, è arrivato nonostante i tempi strettissimi: “Mi sono trovato a organizzare tutto in meno di un mese, ereditando una situazione dalla giunta precedente. L’anno scorso il costo complessivo era stato di circa seicentomila euro, quest’anno siamo riusciti a ridurlo a duecentomila, di cui la metà coperta dalla Regione, che ha voluto contribuire anche come ‘Regione Europea dello Sport 2025’. Senza il supporto della polizia locale, di Aster, e degli uffici Sport e Grandi Eventi non sarebbe stato possibile”.

Un aspetto che il consigliere rivendica con forza è la volontà di lasciare un segno concreto dopo ogni grande evento: “Non deve esaurirsi tutto in pochi giorni. Per il Cerro Abajo siamo riusciti a installare stalli e colonnine per la ricarica elettrica delle bici. Dal prossimo anno vogliamo proporre anche percorsi formativi per i ragazzi, così da evitare emulazioni pericolose. L’obiettivo è che la città ne tragga un beneficio duraturo”.

La visione di Garzarelli va oltre la singola manifestazione: “Voglio che i genovesi tornino a considerare la loro città un luogo dove le cose si possono fare. Non solo lavorare o partire per vacanze e concerti altrove, ma vivere qui il tempo libero, con eventi culturali, teatrali, musicali e sportivi. Negli anni ’90 Genova ha conosciuto una fase calante: prezzi elevati, carenze infrastrutturali, scarsa accessibilità. Ora dobbiamo invertire la rotta, è anche una sfida culturale: rieducare i cittadini a pensare che nella loro città possono realizzarsi e divertirsi”.

La programmazione dei prossimi mesi è intensa: a settembre il Giro della Lunigiana, l’Ocean Race, il Salone Nautico con eventi collaterali e il Fuorisalone, la Millevele e lo Sport City Day. “Abbiamo cercato di arricchire l’Ocean Race - precisa Garzarelli - con iniziative più coinvolgenti, come la partenza con tutte le barche a vela dei circoli genovesi, anche i ragazzini con gli Optimist. È un evento importante, anche sul fronte della sensibilizzazione ambientale, ma non deve trasformarsi in un boomerang politico come accaduto in passato: la prima edizione ha registrato un ritorno per la cittadinanza non all'altezza dell'investimento, anche perché si è svolta in un Waterfront ancora in cantiere. I soldi spesi sono pubblici e ogni grande evento deve restituire qualcosa alla città, che sia economico o di immagine”. 

Il consigliere riconosce le difficoltà organizzative e di bilancio, ma è convinto delle potenzialità del tessuto cittadino: “Genova ha una forza propulsiva enorme: ci sono persone che si sbattono per eventi sportivi, culturali, musicali, teatrali, di street art. È una città molto viva, più di quanto spesso si creda. La difficoltà è che non si può dire sì a tutti, ma il compito dell’amministrazione è dare a quante più realtà possibili la possibilità di esprimersi e di far sentire i genovesi di nuovo parte della loro città”.

E se si sogna in grande? Garzarelli non pensa a Olimpiadi o grandi concerti politici come il Primo Maggio, ma a un evento identitario, capace di diventare simbolo di Genova: “Mi piacerebbe creare un appuntamento che restituisca senso di appartenenza, un po’ come lo Street Parade di Zurigo o il Kappa FutureFestival di Torino. Un evento culturale o folkloristico che diventi caratteristico della città, e che i genovesi possano sentire davvero come loro”.


 

Chiara Orsetti

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