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Politica | 03 giugno 2025, 19:11

Arrivore, dopo la piena tornano gli orti abusivi: scoppia la polemica in Circoscrizione 6

Sul tema degli occupanti è botta e risposta tra centrodestra e centrosinistra

Arrivore, dopo la piena tornano gli orti abusivi: scoppia la polemica in Circoscrizione 6

Nuovi orti abusivi sono ricomparsi al parco dell’Arrivore. È quanto emerso durante l’ultimo sopralluogo della Circoscrizione 6, organizzato per verificare lo stato dell’area dopo la piena del fiume Stura dello scorso 17 aprile.

Quel giorno, a causa delle forti piogge, la Stura era esondata, trascinando con sé grosse quantità di rifiuti provenienti sia dal parco e sia dagli insediamenti abusivi di lungo Stura Lazio. Inoltre, il maltempo aveva anche letteralmente spazzato via gli orti irregolari presenti nell’area verde. Ed è proprio la questione dei campi coltivati a riaccendere il dibattito in Circoscrizione.

Circoscrizione 6 attacca il comune: "Promesse non mantenute"

Il Comune di Torino, nei mesi scorsi, aveva infatti avviato un confronto con i coltivatori abusivi, proponendo uno sgombero volontario e cercando soluzioni condivise. Tuttavia, su questo punto, le opinioni all'interno della Circoscrizione restano divise.

Da una parte, la maggioranza accusa l’amministrazione comunale di non aver mantenuto gli impegni presi e di aver permesso il ritorno degli orti illegali, che – sostengono – sarebbero gestiti in prevalenza da cittadini cinesi. Dall’altra, la minoranza difende l’operato del Comune, sottolineando come una parte significativa degli insediamenti sia già stata rimossa.

Rifiuti e degrado: le criticità ambientali

Nonostante le divergenze politiche, le preoccupazioni legate alle condizioni ambientali e igienico-sanitarie sono condivise da entrambi gli schieramenti. A creare più allarme sono soprattutto le grandi quantità di rifiuti sparsi non solo lungo le sponde del fiume, ma anche nei pressi della torre dell’Arrivore – ormai in stato di abbandono – e attorno alla cascina situata in fondo a strada dell’Arrivore.

Quest’ultima, dopo anni di degrado e occupazioni abusive, è stata acquistata da privati nel 2023 e attualmente è oggetto di lavori di ristrutturazione, rallentati da diversi imprevisti, tra cui i danni lasciati dagli ex occupanti che hanno reso l'edificio non agibile e non in sicurezza.

Il botta e risposta tra i consiglieri

"Il sopralluogo è stato voluto per verificare la situazione degli orti abusivi dopo la piena del 17 aprile – ha spiegato la coordinatrice al Verde della Circoscrizione 6, Giulia Zaccaro. Era necessario, perché si diceva che lo Stura avesse risolto il problema, ma la realtà è più critica. Le sponde del fiume sono ancora invase da rifiuti. Anche la cascina, recentemente acquistata da privati dopo essere stata occupata da rom, è circondata da degrado".

"Almeno gli orti nel tratto principale non ci sono più, come annunciato durante le ultime commissioni – ha replicato la capogruppo del PD in Circoscrizione 6, Isabella Martelli. Una parte significativa dei rifiuti è stata rimossa. È un percorso difficile, ma siamo a metà dell’opera. Lo sgombero volontario è già stato avviato e non si può ignorare".

"La promessa non è stata mantenuta – ha ribattuto Zaccaro –. Non è stato il Comune a rimuovere gli orti, ma la piena del fiume. I residui sono stati abbandonati e poi trascinati via dall’acqua, senza nessun intervento di raccolta differenziata. E oggi si vedono nuovamente orti abusivi, sempre gestiti da persone di origine cinese. Segno che non tutti hanno aderito al percorso di collaborazione".

A intervenire è anche Verangela Marino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6: "Non è vero che gli occupanti se ne sono andati spontaneamente. Sono stati costretti dalla piena. Nella zona dei campi rom di Lungo Stura Lazio abbiamo trovato anche minori in condizioni disumane. C’è poco da festeggiare, i problemi sono ancora evidenti".

Martelli invece conclude: "Non riconoscere che un percorso è iniziato è riduttivo. È stato avviato grazie alla sinergia tra Comune e Circoscrizione. C’è ancora molto da fare, ma negare i primi risultati non aiuta nessuno".

Marco D’Agostino

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