Un trolley verde con dentro tutta la documentazione necessaria. L’arrivo intorno alle 9.15 e la consegna ai funzionari del Protocollo del comune di Sanremo. In pochi minuti i due emissari della Rai hanno presentato la manifestazione di interesse a palazzo Bellevue e si sono defilati pochi minuti dopo, ovviamente senza proferire parola.
“Non possiamo dire nulla”: queste le uniche parole al cronista, ma era ovvio che l’ente di Stato non si sarebbe affidato a corrieri o altre persone per presentare una documentazione così importante per l’organizzazione delle prossime tre edizioni del Festival di Sanremo (più eventuali altre due). Sono arrivati in Comune alle 9 e, mezz’ora dopo erano già a andati via. Una toccata e fuga con la consegna della busta che, se l’offerta sarà congrua, consegnerà la kermesse canora matuziana a viale Mazzini.
Basterà quello, infatti, visto che alle 12.30 nessun altro ha consegnato altre proposte e la commissione che sarà nominata nelle prossime ore, dovrà solo constatare che l’offerta rispecchi i paletti messi dall’Amministrazione comunale.
La delibera della Giunta, promulgata nel marzo scorso a seguito del diktat messo in atto dal Tar di Genova, prevede infatti l’individuazione del partner per l’organizzazione e la trasmissione, in chiaro, del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028, con eventuale proroga per un massimo di due anni.
Alla manifestazione di interesse potevano partecipare esclusivamente gli operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza.
La scelta si basa sulla qualità artistica, la congruità della complessiva proposta artistica rispetto al profilo culturale storicamente assunto dal Festival, la capacità di valorizzare la stessa kermesse, i marchi “Festival della Canzone Italiana” e “Festival di Sanremo”, il territorio, nonché il ritorno promozionale della destinazione Sanremo e della sua produzione floricola e del Casinò.
Nella proposta il broadcaster dovrà riconoscere al Comune un corrispettivo non inferiore a 6 milioni e 500 mila euro, oltre a una percentuale non inferiore all’1% su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi.
Tra le spese che dovrà affrontare ci sono anche gli eventi collaterali sarà a carico del partner, tra cui il palco esterno (piazza Colombo) sul quale dovranno esibirsi artisti presenti al Festival o ospiti di pari importanza artistica, con collegamento con la manifestazione principale durante la diretta televisiva serale. Il Comune si occuperà della scelta della sede dell’evento e del costo di affitto della stessa.
Nella manifestazione di interesse è prevista anche la trasmissione di “Sanremoinfiore” e un’altra manifestazione a scelta dell’amministrazione comunale oltre ad altre due manifestazioni da concordare con l’amministrazione comunale, di cui una nel periodo estivo. Nell’accordo è prevista anche la partecipazione al Festival dei due vincitori di “Area Sanremo” e dell’Orchestra Sinfonica oltre ad un evento per la posa, in via Matteotti, della targa del vincitore di ogni edizione del Festival della Canzone Italiana.
Per quanto riguarda ‘Area Sanremo’ si tratta di un cambiamento sostanziale, tenuto conto che fino allo scorso anno i due vincitori del concorso che si svolge nella città dei fiori accedevano a ‘Sanremo Giovani’, dove si giocavano i quattro posti per la sezione degli ‘emergenti’ sul palco del Teatro Ariston. Con questo paletto, la delibera porta i due direttamente al Festival, saltando la selezione di dicembre.
Tra le clausole ce ne è una molto particolare che, almeno sulla carta, solo la Rai (o forse Mediaset) avrebbe potuto garantire. Quella degli ascolti: in pratica nel caso in cui una o più edizioni ottengano una media del 15% inferiore alla percentuale media degli ascolti delle precedenti cinque edizioni del Festival, il Comune potrà interrompere il rapporto con il broadcaster senza dover pagare nessuna indennità. In pratica, chi si aggiudica il Festival dovrà garantire una media di poco superiore al 50% degli ascolti.
Ora, dopo la presentazione della documentazione di questa mattina, scatta il lavoro di verifica della proposta che è stata fatta dalla Rai da parte della commissione ma, successivamente partirà la fase negoziale tra Comune e viale Mazzini. La base è quella delle richieste fatte nella manifestazione di interesse ma alcune cose potrebbero comunque cambiare seppur solo in chiave migliorativa. Il tutto in attesa di giovedì prossimo quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sentenza del Tar che, nei mesi scorsi, ha cambiato le regole del gioco per il Festival, dopo il ricorso della Je.
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