Il Nazionale

Cronaca | 10 maggio 2025, 16:00

Assolti i tre cuneesi coinvolti nel caso Biolevano sulla centrale a biomassa: "Il fatto non sussiste"

Chiusa l’inchiesta di Olevano Lomellina, nel Pavese. La Corte d’Appello di Milano conferma: tutti gli imputati assolti, anche in secondo grado

Assolti i tre cuneesi coinvolti nel caso Biolevano sulla centrale a biomassa: "Il fatto non sussiste"

Finisce con una piena assoluzione il lungo procedimento giudiziario che aveva coinvolto la centrale a biomassa Biolevano, operativa a Olevano Lomellina (Pavia), e diverse società fornitrici di biomassa legnosa. La Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza emessa nel 2023 dal Gup di Pavia, che aveva stabilito l’insussistenza delle accuse. Tra le persone definitivamente assolte anche tre residenti in provincia di Cuneo, inizialmente colpiti da provvedimenti cautelari.

L’indagine, avviata nell’ottobre del 2019, aveva coinvolto più di 200 militari tra Guardia di Finanza e Carabinieri di Pavia, con perquisizioni in sette regioni e undici misure cautelari. Nello specifico, il 56enne Valerio Rosso di Sommariva Perno, socio e amministratore di tre società fornitrici di biomassa, era stato posto ai domiciliari, mentre due sue dipendenti, Sabrina Diato di Bra e Federica Leone di Sanfrè, erano state sottoposte a obbligo di firma.

Secondo le ipotesi della procura, la centrale avrebbe beneficiato illecitamente di incentivi statali falsificando la provenienza della biomassa utilizzata. I contributi pubblici erogati dal Gestore dei Servizi Elettrici (Gse) prevedevano un massimo incentivo in presenza di legname tracciato e proveniente da una distanza massima di 70 chilometri. Le indagini sostenevano che tale vincolo fosse aggirato mediante documenti di trasporto falsificati, che simulavano una provenienza locale per materiale acquistato anche all’estero, in particolare dalla Svizzera.

Nel gennaio 2021, le autorità avevano disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, compresa l’intera centrale. Ma già nel febbraio 2023, la giudice Maria Cristina Lapi del Tribunale di Pavia aveva rigettato la richiesta di rinvio a giudizio con la motivazione “il fatto non sussiste”. La Procura Generale aveva impugnato la decisione, ma in appello la quarta sezione penale di Milano ha confermato integralmente il proscioglimento, ritenendo inammissibile il ricorso.

Tra gli assolti vi è anche Pietro Franco Tali, amministratore delegato della centrale e in passato alla guida di Saipem, difeso dall’avvocato Nicolò Pelanda, e i manager della Rosso Commercio, assistiti dall’avvocato Nicola Menardo dello studio Weigmann, che ha parlato di “soddisfazione per una decisione limpida e giusta”.

Sono usciti senza condanna anche altri indagati piemontesi e lombardi, tra cui una impiegata cuneese, un dirigente torinese, alcuni dipendenti di società con sede a Vimercate, Torino e Vigevano. Tra questi, Sara Voglini, Matteo Spinelli, Gabriele e Simone Sguazzini, difesi dagli avvocati Magagnato, Cervio, Casartelli e Bontempelli.

Per le difese, alla base dell’intera vicenda vi sarebbe stata una lettura errata della norma sulla tracciabilità delle biomasse. Il limite dei 70 chilometri non era vincolante in senso assoluto, ma interpretato come parametro operativo. Una tesi che i giudici, ora in via definitiva, hanno pienamente accolto.

redazione

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