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Eventi e Turismo | 25 aprile 2024, 16:26

Ad Asti un 25 aprile con il 'giallo' sull'esecuzione di "Bella ciao" [GALLERIA FOTOGRAFICA E VIDEO]

Stoppata da una dirigente comunale, è stata poi suonata grazie ad alti interventi istituzionali. Cardello (Anpi): "L'italia è una Repubblica fondata sull'antifascismo"

Ad Asti un 25 aprile con il 'giallo' sull'esecuzione di "Bella ciao" [GALLERIA FOTOGRAFICA E VIDEO]

Quest’oggi, 79esimo anniversario della Liberazione dalla dittatura nazi-fascista, anche ad Asti e in provincia si sono svolte numerose manifestazioni per rimarcare l’importanza della democrazia e della libertà, ideali costati molti sacrifici (e in numerosi casi anche la vita) a uomini e donne che hanno vissuto quegli anni terribili.

Ad Asti, le celebrazioni sono iniziate alle 8.30 al cimitero cittadino – con la Messa in memoria dei caduti e la deposizione di una corona di fiori sulla tomba del partigiano “Perez”, al secolo Francesco Rosso, primo presidente dell'ANPI di Asti – e proseguite come di consueto con deposizione di altre corone alla memoria al Bosco dei Partigiani, ai Giardini Pubblici e al monumento ai Caduti di piazza I Maggio.

Da cui il corteo si è messo in marcia verso piazza San Secondo, dove – alla presenza di molti comuni cittadini, di alcuni esponenti della giunta comunale (Mario Bovino, Monica Amasio, Eleonora Zollo e Riccardo Origlia), del viceprefetto Enrica Montagna, del questore Marina Di Donato, del vescovo Marco Prastaro e dei segretari del principali sindacati – si è svolta la fase finale della mattinata, con il susseguirsi di numerosi interventi.

Tra cui quelli dell’avvocato Guido Cardello - vicepresidente di Anpi Asti intervenuto in rappresentanza del presidente Paolo Monticone, comunque presente in piazza -, della vicesindaco di Asti ingegner Stefania Morra e del sindaco di Nizza Monferrato Simone Nosenzo, in veste di vicepresidente della Provincia poiché il presidente e sindaco di Asti, Maurizio Rasero, si trova ancora in Cina per visita istituzionale.

L’antifascismo dovrebbe unire tutti gli italiani che hanno subito la tirannide fascista – ha affermato Cardello – Dovremmo sentirlo tutti, ma per qualcuno o qualcuna non è così. Ma non importa, perché antifascisti lo sono la maggioranza degli italiani. La nostra Repubblica è fondata sull'antifascismo”.

Il vicepresidente Anpi non si è sottratto dal toccare anche temi d’attualità come la censura dell’intervento in una trasmissione Rai di Antonio Scurati (“Che non ha potuto commemorare Matteotti, nell’anniversario dell’omicidio, a causa di una censura con motivazioni puerili. Una censura che mi fa vergognare di una tv di Stato che non ha permesso di leggere frasi che sono una realtà storica ancora attuale”) e la vicenda di Ilaria Salis (“Detenuta da un anno e mezzo in condizioni disumane – ha affermato – perché accusata di aver causato lesioni guaribili in tre giorni a due neonazisti nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest. Episodio che, anche qualora sia davvero avvenuto come riportato dall’accusa, in Italia sarebbe stato perseguibile su querela di parte e di competenza del giudice di pace”)

Stefania Morra, citando frasi di Primo Levi sull’importanza della memoria e Pietro Calamandrei sulla libertà che è come l’aria, se ne capisce l’importanza quando viene meno, ha rimarcato che manifestazioni come quella odierna servono per “Mantenere viva la memoria di un evento che ha portato a un’Italia libera e democratica”. “Le libertà costituzionaliha aggiunto – non debbono mai essere date per scontate, soprattutto ora che la guerra è tornata nel cuore dell’Europa”.

Infine Simone Nosenzo, intervenendo ‘a braccio’ ha ricordato l’imminente 80esimo anniversario della giunta popolare dell’Alto Monferrato, composta da “Ragazzi che hanno donato la loro vita per la nostra libertà. Quella di oggi è una festa di tutti, in cui dobbiamo essere tutti uniti per difendere la Democrazia”.

 
Il 'giallo' "Bella ciao"
A margine della manifestazione, si è verificato un piccolo 'giallo' riguardo all’esecuzione di “Bella ciao”, ormai da decenni divenuto vero e proprio brano simbolo della Festa di Liberazione. 

“Quando siamo arrivati ai giardini – ha ricostruito la vicenda l’avvocato Cardello mi hanno detto che la banda non l’avrebbe eseguita. Quindi sono andato dal responsabile per chiedergli il perché di questa decisione e mi ha risposto di aver ricevuto ordine in tal senso da parte del Comune”.

“Quindi ho chiesto chiarimenti all’ingegner Morra – ha continuato il vicepresidente Anpi – la quale mi ha risposto di non saperne nulla e ha a sua volta detto al responsabile della banda di eseguirla, come avviene ogni anno. Per convincerli a suonarla non è però stato sufficiente, tant’è che sono dovuti intervenire anche il comandante della Polizia Municipale e la viceprefetto”.

“A quel punto – ha concluso Cardello finalmente l’hanno eseguita e, paradossalmente, alla fine l’hanno poi suonata tre volte nel tragitto da piazza I Maggio a piazza San Secondo, perché dietro di loro c’era il direttivo Anpi che la cantava e quindi non sono riusciti a interrompere l’esecuzione, ripetendola fino in piazza”.

Gabriele Massaro

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