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Sport | 07 aprile 2024, 19:49

Leggeri? Non di testa: l'alba di una squadra che ha trovato la voglia di lottare.

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - La melma di Napoli - tra atteggiamenti fumantini, ex americani che provocano (qualificandosi solo come dei gran mercenari) ed errori arbitrali clamorosi - è il terreno sul quale rinascere, con la conquista più grande di una notte lunga come una stagione. Salvezza? Non ancora, ma di certo questa squadra non vuole retrocedere. E se resterà in serie A sarà solo merito suo

Leggeri? Non di testa: l'alba di una squadra che ha trovato la voglia di lottare.

In un terreno in cui Napoli è parsa sguazzare - fatto di quella melma che trae origine dai nervi, dagli atteggiamenti fumantini, dai contegni sfidanti al cospetto degli avversari e del pubblico, dalla parolina detta in più ma forse non necessaria - Varese ha messo il 4x4 e dal pantano è uscita di slancio, lasciando lì - ruote all’aria - Napoli e tutti coloro che non aspettavano altro che la giornata di oggi per cantare le prime strofe del de-profundis.

Non siamo ancora salvi, neppure per sbaglio, ma almeno oggi ogni canto di morte resta confinato in gola.

E se c’è qualcuno che si merita la salvezza - oltre a un pubblico commovente, che dona alla causa il suo entusiasmo, il suo cuore e la sua fragrante e debordante presenza come se ci si stesse giocando l’Eurolega, non una semplice partita salvezza In una stagione più negativa che positiva - è proprio questa squadra, allenatore compreso. 

Con tutti i limiti che l’occhio e la cronaca hanno fatto diventare storia, con tutte le difficoltà derivanti da un roster costruito male e cambiato più volte, non sempre per migliorare, coach B. e i suoi prodi - in fondo a una notte buia e tempestosa, in fondo alle mazzate di 30 e più punti prese sul coppino - hanno trovato il tesoro più importante di tutti: la voglia di lottare, di non abbassare la testa, di affrancarsi da quel mood che li vuole leggeri di testa quanto lo sono sul parquet.

Certo il gioco. Certo gli errori. Certo il “sistema”. Certo anche quest’anno aspettiamo l’anno prossimo per godere di qualcosa o almeno per non soffrire. Ma posto che per certe questioni bisognerebbe citofonare ai piani altissimi (lo sosteniamo da sempre e sempre lo sosterremo) quest’alba di grinta e di consapevolezza, apprezzata peraltro in quasi tutte le ultime partite, merita un traguardo da tagliare.

Questa squadra non vuole retrocedere. E se non lo farà è solo grazie a ciò che è diventata, sopravvivendo ai giorni dei suoi demoni e di quelli altrui.

Oggi la prova provata, in mezzo a trappole costruite ad arte, in mezzo a cose che ti fanno passare la voglia, tipo il 2+1 che gli arbitri si sono inventati nel primo quarto (fallo di Mannion su Owens, il gioco si ferma, De Nicolao raccoglie palla e segna… Risultato? Canestro e fallo… Mai vista una roba del genere…) o tipo la sceneggiata pietosa di Owens che provoca gratuitamente il suo ex pubblico e ci fa capire, ancora una volta, che il 90% degli americani che passano di qui sono solo dei fottuti mercenari, a volte pure molto poco intelligenti.

Chi oggi ha vestito la maglia biancorossa, invece, ci è parso vero, profondo, “varesino”. Come la vittoria che ha conquistato. 

Fabio Gandini

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