Il Nazionale

Cronaca | 28 febbraio 2024, 14:08

"Dai tre ai cinque reati al giorno legati alla sicurezza. I datori di lavoro siano i primi a sensibilizzare” [VIDEO]

A dirlo il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo: “Infortuni spesso causati dalla necessità di fare in fretta, imposta dalle circostanze. I lavoratori dovrebbero rifiutarsi di operare in modo non sicuro"

"Dai tre ai cinque reati al giorno legati alla sicurezza. I datori di lavoro siano i primi a sensibilizzare” [VIDEO]

A Torino si contano in media dalle tre alle cinque notizie di reato al giorno relative alla violazione delle normative anti infortunistiche, quelle norme che impongono determinati criteri di sicurezza sui posti di lavoro.

A dichiararlo a margine del progetto “Uscite di Sicurezza”, presentato questa mattina all’Istituto Beccari di via Paganini, è il procuratore aggiunto della Repubblica di Torino, Vincenzo Pacileo.

Mancanza di rispetto delle regole sulla sicurezza

Numeri che, come conferma il procuratore “la dicono lunga sul fatto che ci sia una diffusa mancanza di rispetto delle regole di sicurezza."

"Alcuni di questi infortuni - ha spiegato Pacileo - avvengono anche per ‘imprudenza' del lavoratore, che è dettata soprattutto dalla necessità di fare in fretta e di sbrigarsi a chiudere una determinata attività perché c’è la pressione del lavoro che incombe. Questo spesso si tramuta in una mancanza di sicurezza indotta dalla circostanze."

"I rischi che si corrono a dire no"

"I lavoratori dovrebbero rifiutarsi di svolgere le attività lavorative in modo non sicuro - ha continuato il procuratore - mi rendo conto che è estremamente difficile perché si corre il rischio di perdere il lavoro ed essere emarginati.” 

"La normativa è più che sufficiente - sostiene Pacileo - il testo unico sulla sicurezza è composto da più di 300 articoli, oltre ad allegati dettagliatissimi. Il problema è far rispettare queste norme. I controlli sono sporadici e non sufficienti anche per mancanza di personale." 

La mancata sensibilizzazione sul tema sicurezza

"È anche un problema di sensibilizzazione mancata - chiosa il procuratore aggiunto di Torino - in mano soprattutto ai datori di lavoro. Non c’è solo l’aspetto economico, molti non hanno nemmeno la cognizione di cosa voglia dire operare in sicurezza. Occorre fare una sensibilizzazione in primis culturale".

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