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Eventi e Turismo | 27 gennaio 2024, 14:43

Albenga celebra la Giorno della Memoria, la cerimonia alla Foce: "Ricordare un obbligo morale" (FOTO)

Il sindaco Tomatis, nel suo discorso, ha sottolineato l'importanza del ricordo: "Più ci allontaniamo da quei giorni, più diventa importante che la memoria sia viva"

Albenga celebra la Giorno della Memoria, la cerimonia alla Foce: "Ricordare un obbligo morale" (FOTO)

Ha celebrato la sua Giornata della Memoria con una sentita cerimonia tra la foce del fiume Centa e il monumento di piazza Matteotti la città di Albenga, Medaglia d’oro al Valor Civile.

Oltre alle diverse autorità e alle rappresentanze delle associazioni combattentistiche e del volontariato cittadino, diverse sono state le persone che hanno partecipato a una giornata dedicata, come ha ricordato il sindaco Riccardo Tomatis nel suo discorso, "non solo alle vittime della Shoah, di tutte le leggi razziali, coloro che hanno perso la vita e sono state imprigionate o imprigionate" ma anche "tutti coloro che si sono opposti a questa che i nazisti chiamavano 'soluzione finale' e lo hanno fatto a rischio della vita e molti compromettendola".

"Più ci allontaniamo da quei giorni, più diventa importante che la memoria sia viva, e dobbiamo impegnarci. È quasi un obbligo morale quello che abbiamo di ricordare" ha continuato Tomatis che, citando Primo Levi, ha quindi invitato a non commettere "l'errore di pensare che questo non possa più accadere, che ciò sia successo mille anni fa: parliamo dell'epoca dei nostri nonni, parliamo di 80 anni fa. Non commettiamo l'errore di pensare che sia successo molto lontano da noi, in un altro continente. No, quei treni partivano dalle nostre stazioni, partivano dietro le nostre case e noi abbiamo fatto finta di non vederli. Non commettiamo l'errore di pensare che quegli uomini fossero diversi da noi: erano persone che, dopo aver commesso le peggiori nefandezze, tornavano a casa, abbracciavano i loro figli e baciavano le loro mogli. Questo era, e questo può di nuovo succedere".

Tre sono stati gli esempi poi citati dal primo cittadino. Il primo quello del generale Eisenhower al momento dell'ingresso delle forze alleate nel lager di Dachau davanti all'atroce spettacolo di centinaia di corpi nudi senza vita: "Chiamò tutti i fotografi al seguito della sua truppa e chiese che fotografassero quelle immagini - ha ricordato Tomatis - E poi chiamò gli abitanti di quei paesini che erano intorno al campo di concentramento e li obbligò a seppellirli. Perché, disse, 'un giorno si sveglierà un idiota e dirà che tutto questo non è mai successo' e questo è quello che noi oggi, purtroppo, stiamo rischiando. Ed è questa la ragione per cui dobbiamo mantenere vivo non solo il ricordo, ma addirittura il dolore, per non prestare il fianco a quel negazionismo, quel revisionismo storico che, purtroppo, sta crescendo sempre di più".

L'altro esempio citato è stato quello delle dure e crude parole dell'onorevole Segre al Parlamento Europeo nel 2020 per raccontare la sua esperienza durante la tristemente famosa Marcia della Morte: "Sentire queste parole dette da una persona gentile, garbata com'è Liliana Segre, fa impressione - ha detto il sindaco ingauno - ma questa è la volontà per far sì che solo il dolore possa rinnovare quel ricordo e quella memoria. E solo così noi possiamo continuare a trasmettere quello che è il messaggio che ci sta nel cuore, cioè che tutto questo non debba più succedere".

L'ultimo è, infine, quello del "Giusto tra le Nazioni", il campione di ciclismo Gino Bartali che contribuì col suo coraggio a salvare migliaia di ebrei italiani: "Nel Giorno della Memoria si deve parlare anche di coloro che hanno avuto il coraggio e la forza di non voltare la faccia dall'altra parte - ha proseguito - mettendo a repentaglio la propria vita, ha salvato ottantamila italiani ebrei".

"Questo vuol dire che c'è speranza, che dobbiamo continuare a combattere, che non dobbiamo abbassare la guardia" ha chiosato Tomatis.

M. Pastorino - foto di Silvio Fasano

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