Il Nazionale

Cronaca | 11 ottobre 2023, 16:55

Presunte torture al Cerialdo di Cuneo, la sindaca: "Serve fare chiarezza. Piena fiducia nella magistratura"

Sono 23 gli agenti indagati e quattro gli episodi oggetto di indagini. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sette detenuti sono stati schiaffeggiati, presi a calci e pugni, costretti a denudarsi o colpiti con oggetti contundenti

Presunte torture al Cerialdo di Cuneo, la sindaca: "Serve fare chiarezza. Piena fiducia nella magistratura"

Ventitré agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Cuneo indagati con le ipotesi di reato di tortura, abuso di autorità contro arrestati e lesioni aggravate. Tutti sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare, con il sequestro dei telefoni cellulari.

Una notizia che ha scosso la città di Cuneo e sulla quale nessuno vuole commentare o esprimersi. Non lo fa Paolo Romeo, presidente dell'associazione di volontariato Ariaperta, da oltre 25 anni attiva al Cerialdo.

Imbarazzo e nessun commento da parte di alcuni agenti con cui siamo riusciti a parlare, estranei ai fatti. "E' una vicenda delicata, non ho niente da dire" la frase ricorrente. Anche se ieri qualcuno si è lasciato sfuggire un: "E' solo l'inizio".

Alberto Valmaggia, ex sindaco e oggi garante dei detenuti del Comune di Cuneo, si limita a dire che in nessun colloquio coi detenuti sono mai emersi fatti di questo tipo. "Ho a che fare soprattutto con detenuti di lunga detenzione e forse non sono tra le vittime", spiega al telefono.

Una vicenda tutta da confermare e provare, in ogni caso. Per il legale di uno degli indagati, l'avvocato Alessandro Ferrero, verrà dimostrata "l'assoluta infondatezza degli addebiti oggi contestati".

La sindaca Patrizia Manassero interviene sulla vicenda esprimendo piena fiducia nella magistratura. "Spero si faccia al più presto chiarezza su eventi che, così come narrati, generano preoccupazione. Non è quello il carcere che pensiamo. Siamo tutti consapevoli che quello sia un mondo difficile sia per chi è recluso che per chi ci deve lavorare. La sua complessità richiederebbe un passaggio di riforma e un investimento forte, a partire da quello sugli operatori. Non bisogna mai dimenticare che il carcere esiste, c'è molto lavoro attorno, ma è un mondo che rischia di emergere solo nei momenti di notizie negative".

Addebiti pesanti, quattro gli episodi.

Al momento sono 23 gli indagati, ma si fa riferimento al concorso con "altri allo stato ignoti". Non si esclude, quindi, che possano esserci altri agenti coinvolti.

Il primo episodio risale al 15 ottobre 2021. Un detenuto era stato inviato all'ospedale di Cuneo dopo essersi autoinferto dei tagli sulle braccia. Al suo rientro in carcere, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stato picchiato.

Un secondo episodio risale al 27 dicembre 2021. Presunta vittima un detenuto ristretto nella quarta sezione. Mentre veniva accompagnato verso la sezione isolamento, all'altezza del locale magazzino, sarebbe stato picchiato mentre era nudo, anche con l'utilizzo di un taser. In una visita medica avvenuta due giorni dopo gli fu diagnosticata la presenza di "lividi e algie alla palpazione in regione lombare sinistra, non riscontrati nelle visite dei giorni precedenti".

Si arriva poi al 5 aprile 2022, la vittima è la stessa del 27 dicembre. Il detenuto, in isolamento, aveva chiesto e ottenuto di essere trasferito in una cella diversa, per poter osservare meglio il Ramadan. Doveva essere poi ricollocato in isolamento e, mentre era in attesa del trasferimento, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, sarebbe stato "invitato a denudarsi" per poi essere colpito con uno strumento di metallo e con un cesto alla testa, che gli cagionarono una ferita di circa 8 centimetri.

Il tutto davanti ad altri agenti, che non intervennero in alcun modo. Portato in isolamento, perse conoscenza. Fu un addetto alla vigilanza a chiamare i soccorsi. L'uomo, portato d'urgenza in ospedale, ebbe una prognosi di 30 giorni.

L'episodio più recente, verosimilmente il più grave, è quello della notte tra il 20 e il 21 giugno, quando 14 agenti, già fuori turno e in abiti civili, si accanirono contro quattro detenuti che avevano chiesto più volte che un loro vicino di cella venisse portato in infermeria affinché venisse visitato visto che lamentava forti dolori a una gamba.

La notte il blitz all'interno della cella 417 del padiglione Gesso. La violenza, come evidenziato dagli inquirenti, era continuata anche in infermeria. Calci, pugni, ingiurie, minacce. Una ricostruzione dettagliata, in cui le parole calci e pugni sono ripetute più volte. Al volto, ai fianchi, alla testa.

In tutte le ricostruzioni degli inquirenti, che ora dovranno essere esaminate dalla magistratura, i diversi fatti vengono ascritti a un medesimo "disegno criminoso", compiuto da agenti e ufficiali di Polizia Penitenziaria in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio e con abuso dei poteri, agendo con crudeltà nei confronti di persone affidate loro in esecuzione di provvedimenti dell’autorità competente".

Non sono state disposte misure cautelari e gli agenti sono tutti in servizio, come ha sottolineato il procuratore Onelio Dodero. Ci vorrà tempo per chiarire cosa sia successo al Cerialdo. Nei prossimi giorni il Gip si pronuncerà sull'incidente probatorio, per l'audizione delle presunte vittime, come chiesto dalla Procura. Come evidenziato dalla sindaca di Cuneo, l'auspicio è che si faccia in fretta chiarezza su quanto avvenuto.

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