La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia analizza anche il radicamento delle organizzazioni criminali italiane in territorio francese, che sono presenti prevalentemente nella zona delle Alpi, in Provenza e Costa Azzurra, dove sono dedite al riciclaggio di capitali illeciti nei settori immobiliare e del turismo, senza tralasciare il ricco mercato degli stupefacenti.
Le mafie italiane, inoltre, considerano storicamente la Francia territorio utile a favorire la latitanza dei propri affiliati, come testimoniato dagli arresti di personaggi eccellenti della mafia siciliana e calabrese. La presenza rilevante in territorio francese di numerosi esponenti della criminalità organizzata nostrana ha reso indispensabile ampliare la cooperazione bilaterale con le autorità francesi e, in particolare, gli scambi di natura info-operativa con il ‘Sirasco’, il Servizio di Informazione, Intelligence e Analisi Strategica sulla Criminalità Organizzata e con il Pjgn, ovvero la Polizia Giudiziaria della Gendarmeria Nazionale), divenuti partner della Rete Operativa Antimafia @ON.
La criminalità calabrese tramite esponenti di ‘ndrangheta, inizialmente attivi in Liguria, ha esteso i suoi interessi all’adiacente territorio della Costa Azzurra economicamente appetibile, infiltrandosi in città come Nizza, Mentone, Cannes, dove attualmente è presente una seconda generazione di mafiosi di origine calabrese.
Le indagini condotte negli ultimi decenni hanno fatto emergere nella nostra provincia un territorio storicamente fortemente ‘colonizzato’ da proiezioni di cosche calabresi, l’operatività della ‘locale’ di Ventimiglia, quale centro di potere strategico per le numerose ‘ndrine attive sul territorio ma, soprattutto, articolazione con funzioni di ‘camera di passaggio’ per il raccordo con le analoghe strutture attive in Costa Azzurra.
Nel dettaglio, l’attività contro il narcotraffico internazionale denominata ‘Trait d’union’ del 2015 ha permesso di trarre in arresto alcuni esponenti del gruppo Magnoli-Giovinazzo, originario di Rosarno (Reggio Calabria) ma stabilmente attivo a Vallauris (Francia), ritenuto proiezione ultranazionale della cosca ‘Piromalli-Molè’.
Nel tratto della vicina riviera francese della Costa Azzurra gli investimenti nei settori immobiliari e dell’intrattenimento effettuati dalla mafia calabrese e, in particolare, dalla cosca ‘Raso-Gullace-Albanese’ di Cittanova (Reggio Calabria), erano stati già acclarati grazie all’indagine denominata ‘Alchemia’ che, durante lo scorso anno, aveva determinato alcune misure ablative. Il confine di Ventimiglia è conosciuto per essere uno snodo cruciale per il traffico di stupefacenti e tale rotta è sovente utilizzata da parte di gruppi criminali della zona e stranieri che importano cocaina, nonché ingenti carichi di hashish e marijuana, lungo il corridoio terrestre Marocco-Spagna-Francia-Italia.
Il dato trova riscontro anche nell’ultima Relazione della DCSA che indica il valico autostradale di Ventimiglia quale principale direttrice terrestre dell’hashish introdotto in tutto il territorio nazionale. Nel corso del semestre oggetto della relazione della Dia, si è svolta un’operazione della Guardia di Finanza che il 20 gennaio 2022 ha consentito il sequestro di circa 75 kg di marijuana alla barriera autostradale di Ventimiglia. Nella circostanza è stato arrestato un autotrasportatore di nazionalità serba all’ingresso sul territorio nazionale alla guida di un autoarticolato con targa slovena.
Il 22 aprile 2022, alla barriera autostradale di Ventimiglia, i finanzieri, durante le operazioni di ispezione di un autoarticolato con targa italiana in entrata dalla Francia, hanno eseguito l’arresto di un bulgaro e sequestrato 9 tonnellate di sigarette prive del sigillo del Monopolio di Stato. Anche nel semestre in riferimento alcune attività investigative, analizzate successivamente, testimoniano che il territorio francese, alla stregua della maggior parte del territorio europeo, non è immune dall’infiltrazione di gruppi criminali organizzati italiani anche se non necessariamente riconducibile a contesti mafiosi.
“Le indagini condotte negli ultimi anni – viene evidenziato dalla Dia nella relazione - hanno permesso di mappare la presenza dei vari clan di ‘ndrangheta nel territorio francese: a Mentone si trovano i Pellegrino, a Nizza le ‘ndrine Pesce e Bellocco di Rosarno e Italiano, Papalia, Palumbo di Delianuova .A Grasse i Molè-Piromalli, ad Antibes i Palumbo e Italiano di Delianuova, a Cannes gli Stanganelli di Rosarno, a Pegomas i Pesce, a La Seyne sur-Mer e Ollioules, vicino Tolone, i Morabito”.
Anche la criminalità mafiosa di matrice campana ha manifestato una propensione transnazionale, grazie ad uno storico esponente del clan Zaza da tempo residente in Costa Azzurra, dove si relaziona con qualificati referenti della camorra, dei clan calabresi e con la criminalità marsigliese.
Relativamente alla camorra si segnala l’arresto, avvenuto a Frejus il 3 maggio 2022, di un elemento attiguo al clan camorrista dei Mallardo, che opera a Giugliano e che fa parte della ‘Alleanza di Secondigliano’, insieme ai clan napoletani Licciardi e Contini, che era latitante dal 2014 in quanto condannato a 16 anni di reclusione per rapina e porto illegale di armi.
Recentemente il territorio transalpino è stato utilizzato anche dalla criminalità allogena per la gestione degli stupefacenti come testimonia l’operazione ‘Fontanella 2019’, che ha consentito di individuare un sodalizio gestito da cittadini albanesi attivo prevalentemente nella provincia di Bergamo nel traffico transnazionale di cocaina e hashish, importati dalla Francia, Olanda e Germania.
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