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Sport | 12 febbraio 2023, 20:35

Le mosse di Ettore, le triple sputate e il senso di Varese per la sfida

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - La 3-2 di Messina cambia una partita nella quale la Openjobmetis ha avuto un merito ben preciso: non si è limitata a specchiarsi in una bellezza che stavolta non poteva né splendere, né bastare. Ora la Coppa Italia e Pesaro: godiamoci il viaggio

Le mosse di Ettore, le triple sputate e il senso di Varese per la sfida

Per tante cose si potrebbe fare il copia incolla del commento post-Tortona: Milano rimane al momento irraggiungibile, ancora più della Bertram. È il campo ad aver fornito un’altra prova in tal senso.

A differenza di quanto accaduto a Casale, però, stavolta la squadra di Brase ha avuto un atteggiamento che c'è piaciuto fino in fondo, perché ha provato a entrare per davvero nel terreno a lei più straniero, quello nel quale deve consumare i passi necessari a crescere.

Lo aveva detto il gm Michael Arcieri venerdì: «Dovremo essere bravi a giocare anche ai ritmi cui Milano ci costringerà». E allora forse Varese brava non lo è stata fino in fondo, ma di certo non si è sottratta alla sfida, un qualcosa di ben diverso dal semplice specchiarsi nella propria bellezza (notoria ma non sempre bastante), ovvero quanto era accaduto domenica scorsa.

Varese ha tentato di difendere e a tratti lo ha fatto egregiamente, con automatismi più rapidi del solito, attenzione e nessuna paura (ma anzi: ricerca di contromisure) al cospetto della fisicità grandemente superiore degli avversari. E poi ha accettato l’evenienza e l’evidenza: ha accettato di non correre. E ha cercato un alleato nel tiro da tre punti, che a conti fatti non ha avuto: 36 tiri presi (di più in stagione solo a Pesaro), 11 realizzati.

Ma per metà partita era andata diversamente: al 20’ la Openjobmetis stava tirando con il 38%, nel secondo tempo - invece - ha messo quattro triple su 18. Il contrario di Milano: dal 28% dell’intervallo è passata al 50% tondo tondo della sirena finale. La mossa che ha scompaginato le carte? La 3-2 disposta da Ettore Messina nel secondo tempo. Una ragnatela: quei tre uomini sull’arco hanno messo densità dove Brown e soci sono potenzialmente più pericolosi, oscurando loro vista e tiro. Lo spazio si è creato invero sugli angoli, ma le triple scagliate da lì sono state respinte tutte dal ferro.

Game, set and match. Un match da playoff, giocato quasi fino in fondo. E questo è bene, perché tutti ai playoff vogliamo andarci: conviene abituarsi, quindi.

Pausa campionato ora: alla ripresa si potrà e dovrà lucrare un calendario finalmente in discesa. Ed ecco Torino, la Coppa Italia e Pesaro: godiamoci il viaggio, perché ce lo siamo meritato.

Fabio Gandini

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