L’associazione Vivere il Centro Storico lancia una provocazione forte con la presentazione di ricorso al Tar contro il Comune di Genova per la gestione movida nel centro storico.
“Pare essere l’unica strada percorribile - dice Giancarlo Bertini, presidente del comitato Assest, Associazione Centro Storico Est - Sono 20 anni che c’è questa situazione e le varie amministrazioni hanno fatto poco o nulla. La Giunta Doria aveva accorciato gli orari di apertura dei locali poi l’amministrazione successiva ha cancellato questa disposizione e tutto è peggiorato.
Quello della mala-movida non è solo un fenomeno genovese, le amministrazioni non muovono un dito contro questo fenomeno”.
Il comitato Assest da tempo porta avanti una battaglia per tentare di risolvere i problemi del centro storico e appoggia in pieno il ricorso al Tar di Vivere il Centro Storico. Comitato e associazione infatti già nel 2021 avevano avviato una raccolta fondi per sostenere le spese legali e avviare l’iter giudiziario che ha portato alla presentazione di ricorso al Tar.
“Aldilà di ogni ragionamento, questo non è un territorio adatto ad un fenomeno come la movida perché ci sono strade strette, spazi ridotti - ricorda Bertini - Quando arrivano 2.000 o 2.500 persone il solo parlare a voce alta si superano i limiti di legge di rumore minimo. C’è una legge che prevede un tot di decibel di tumore, limite di decibel che è abbondantemente superato. Siamo a livelli di rumore simili all’aeroporto e all’autostrada quindi non è il posto dove fare un’attività simile”.
Già a maggio i residenti del centro storico avevano diffidato il Comune ad adottare provvedimenti necessari a tutelare la salute pubblica, effettuare una riorganizzazione degli orari di apertura dei locali di vendita alcolici. Nel documento presentato la scorsa primavera si richiedeva la chiusura dei locali alle ore 24. Stessa richiesta presente anche nel ricorso al Tar presentato in questi giorni:
“L’unico modo per tener sotto controllo la movida è allontanare le persone ad una certa ora - continua Bertini - La legge impone le ore 22 come limite per fare rumori, i residenti chiedono il limite a mezzanotte. Quindi le soluzioni sono o limitare gli orari o spostare altrove, in spazi adatti, questo fenomeno.
Spostare la movida fuori dal centro storico non vuol dire spostarla in un altro quartiere ma in un’area dove non ci sono persone che dormono nelle vicinanze. Il comune ha pensato ad ordinanze anti alcol ma il problema non si risolve perché, da un certo orario, tutti si spostano fuori dai locali con il bicchiere in mano. Il divieto a bere non lo rispetta nessuno, né i ragazzi né i gestori dei locali perché, da una certa ora, danno bicchieri di plastica e girano fuori. È una situazione che va avanti così da tantissimo tempo”.
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