La vicenda giudiziaria relativa al crollo della Funivia del Mottarone del 23 maggio 2021, costato la vita a 14 persone, si muove su tre fronti in questo mese di novembre.
Il caso, anzitutto, torna oggi davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Torino. È stata infatti fissata per oggi la nuova udienza che dovrà riconsiderare, come richiesto dalla Corte di Cassazione, le misure cautelari per il gestore della Funivia del Mottarone Luigi Nerini e per il direttore di esercizio Enrico Perocchio, a quasi un anno e mezzo dal drammatico schianto.
Il caso della funivia era già arrivato al Riesame nel settembre 2021. In quell’occasione era stato accolto il ricorso della Procura di Verbania contro la scarcerazione di Nerini e Perocchio decisa il 29 maggio 2021 dall'allora Gip Donatella Banci Buonamici. L’ordinanza era stata impugnata dalle difese dei due indagati, e la Suprema Corte, con una decisione le cui motivazioni sono state attese per mesi, mentre aveva sostanzialmente condiviso l'impianto complessivo dell'inchiesta della Procura di Verbania, al contempo però ha ordinato l'acquisizione di una memoria difensiva di Nerini non accolta dal riesame che così, secondo gli “ermellini” aveva eccessivamente compresso i diritti di difesa. Per quanto riguarda Perocchio, invece, in discussione è solo la dimensione della misura cautelare: il riesame dovrà valutare se la misura della l'interdizione dalla professione sia sufficiente o se invece siano necessari gli arresti.
Si avvia invece al rush finale l’incidente probatorio centrato sulla maxiperizia tecnica che ha approfondito le cause della rottura della fune traente dell’impianto. Venerdì 18 novembre si torna in aula a Verbania, al Tecnoparco, per una nuova udienza dedicata alle domande delle parti: prima la Procura, poi le parti civili e infine le difese.
C’è infine un terzo filone, sul fronte civile: la società di Nerini, infatti contesta al Comune di Stresa la revoca della concessione e il conseguente mancato pagamento delle rate relative all’ammodernamento dell’impianto realizzato nel 2015-2016. Il Comune infatti, dopo la revoca della concessione, non ha versato la quota del 2021, che ammonta a 143.000 euro. Ma Nerini ha fatto recapitare all’amministrazione di Stresa una ingiunzione di pagamento da 1 milione di euro, che comprende tutte le rate fino alla scadenza del contratto, prevista al 31 dicembre 2028. Anche questa vicenda approderà in tribunale a Verbania, in una udienza fissata per il 29 novembre.
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