“Una persona sicuramente non sana di mente ha fatto un gesto totalmente scellerato e non ha nessun tipo di giustificazione. Come detto dal sindaco noi speriamo che la giustizia faccia il suo corso e che non ci sia nessuno sconto di pena per una persona che ha tolto la vita a una persona innocente”. Così l'assessore alla polizia locale Sergio Gambino commenta l'omicidio di Javier Alfredo Romero Miranda ucciso di Evaristo Scalco, un sessantenne della provincia di Varese che lo ha colpito con una freccia scoccata da un arco.
All'indomani dell'omicidio c'è chi si è scagliato contro la cosiddetta mala movida, sostenendo che il centro storico della città sia abbandonato, una tesi che Gambino respinge:
“Non c'è un centro storico abbandonato, c'è un centro storico estremamente ampio che è difficile da controllare, stiamo facendo delle operazioni in maniera congiunta con le altre forze di polizia per cercare di essere capillari. Recentemente abbiamo fatto delle operazioni in via Gramsci, abbiamo messo dei presidi in via Pre', ma parliamo di un centro storico che è il più grosso di Europa in termini di estensione, con tutte le problematiche che hanno tutti i centri storici delle più grosse città. Le complessità sono legate al fatto che c'è una concentrazione di locali della movida che ne determinano una concentrazione di persone prevalentemente durante la notte. Sono tutte azioni che vanno affrontate nella maniera più corretta possibile, soprattutto in coordinamento con la prefettura che ha la principale responsabilità in termini di ordine pubblico e di coordinamento delle forze di polizia”.
“A breve – continua - manderemo a gara un bando per mettere delle telecamere finanziate con il Pnrr che saranno installate in tutto il centro storico e tutte le vie del centro, ce ne sono molte, ma non coprono tutto, abbiamo un progetto già finanziato che prevede l'implementazione di queste telecamere con importanti investimenti. Ci allargheremo anche su Darsena e sulla parte che è fuori dal centro storico, ma che comprende il centro città come via Roma e galleria Mazzini. Chiederò anche un incontro con il ministro degli interni perché alla base di queste problematiche, che sono comuni a tutti i centri più grossi in Italia, c'è un problema legato al fatto che non c'è certezza della pena per quanto riguarda chi commette il reato di spaccio. Nessuno di quelli che spacciano e che vengono arrestati, anche in flagranza di reato finiscono in galera, secondo i dati dall'inizio dell'anno siamo a quasi 40 arresti da parte della polizia locale, ma soltanto una di queste persone, nonostante tutti gli arresti siano stati convalidati e tutte le persone siano state condannate per direttissima, soltanto una persona è in galera, tutti gli altri il giorno stesso del processo sono stati rimessi in libertà perché oggi la normativa che prevede la depenalizzazione dei reati porta a non avere una certezza della pena, questo è un problema perché così lo spaccio avviene alla luce del sole. Alla base della degenerazione c'è una normativa totalmente carente e su questo auspico che il governo metta mano rapidamente, perché fondamentale per un corretto contrasto alla microcriminalità che ci siano adeguati strumenti in mano alle forze dell'ordine. Secondo la riforma Cartabia, al momento sospesa, in caso di arresti per furto se non c'è la querela di parte non si può procedere d'ufficio, questo comporta il fatto che molte persone non andranno neanche a processo, perché molte volte non c'è la querela di parte”.
Sulle azioni che l'amministrazione mette in campo per contrastare la microcriminalità, Gambino rivendica la composizione del nucleo centro storico, “composto da cento persone. Sicuramente al prossimo comitato provinciale sarà argomento dell'ordine del giorno la criminalità nel centro storico, sicuramente si può e si deve fare di più insieme alla questura e ai carabinieri e ci lavoreremo mettendo a disposizione tutto quello che è necessario per mettere le forze dell'ordine nel migliore delle condizioni per poter contrastare questi reati. Cento uomini dedicati al nucleo centro storico significa che a seconda dei turni abbiamo 20-25 persone solo per il centro storico. Ovviamente non possono essere ovunque, ma abbiamo un sistema di telecamere che ci permette di monitorare il più possibile il centro storico. L'obiettivo è avere una movida sana all'interno dei vicoli e spostare quella caciarona mantenendo all'interno delle regole civili”.
Difficile il ricorso a servizi d'ordine gestiti dai privati: “Sono esperienze che abbiamo già fatto, ci sono esperienze in corso Italia, ma il presidio di queste persone termina all'ingresso del locale, non può allargarsi alle vie”.
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