I commenti che arrivano dal Partito Democratico di Cuneo sul nuovo governo Meloni sono all’insegna di una forte criticità e caratterizzati dall’ironia quando non dal sarcasmo.
“Era difficile – è scritto in una nota del partito - deludere le nostre aspettative, eppure tutti i nomi più improponibili della vigilia sono stati confermati, con l’aggiunta di qualche "botto" in chiusura a completare il quadro”.
Pollice verso per tutti i ministri.
“In ordine sparso abbiamo all'Interno il questore incapace di gestire l'assalto alla Cgil a Roma; all'Istruzione “e al merito" il relatore della riforma Gelmini; al Turismo la Santanchè in quota Twiga; alla Difesa arriva Crosetto appena uscito da vari incarichi nell'industria bellica; alla Cultura c'è Sangiuliano, il direttore del Tg2 affettuosamente ribattezzato "teleMaduro" per l'obbiettività; alla Famiglia la ministra Roccella pasdaran antiabortista; alla Disabilità la Locatelli che da vicesindaco a Como scacciava i clochard con getti di idropulitrice.
Poteva andare peggio ma, ammettiamo, – commentano i Dem cuneesi con una buona dose di sarcasmo - non abbiamo abbastanza immaginazione per dirvi come”.
Da Alba, Maurizio Marello, unico consigliere regionale Pd cuneese a Palazzo Lascaris e conterraneo di Alberto Cirio, tira in ballo il presidente forzista della Regione Piemonte dopo le sue esternazioni “auto-meritocratiche” a proposito del nuovo esecutivo, che ieri ha giurato al Quirinale.
“Pensavo che il nostro presidente – scrive Marello riferito a Cirio - diventasse ministro. So che lo desiderava e credevo che la sua “autorevolezza” in Forza Italia e la sua “intima” amicizia con Silvio Berlusconi gli potessero consentire di raggiungere l’obiettivo. Pazienza, non è andata così. Ho, peraltro, letto una sua dichiarazione in cui ha asserito di avere lavorato per avere dei ministri piemontesi. Bene. Credo che Guido Crosetto lo debba ringraziare. Senza l’intercessione di Cirio, non avrebbe mai potuto diventare ministro della Difesa!?! Mah….
Seriamente – conclude Marello - mi chiedo se un uomo intelligente come Alberto Cirio, possa credere, almeno lui, a quello che dice….”.
Come si evince, nessun credito preventivo nei confronti di un governo che dal Pd viene considerato molto ideologizzato e fortemente sbilanciato in senso sovranista e populista.
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