Il Nazionale

Cronaca | 20 ottobre 2022, 17:50

Droga dello stupro a una 17enne durante una festa a Induno: condannato un giovane

Sentenza in tribunale a Varese per i fatti avvenuti nel marzo 2019: 2 anni e 3 mesi e multa da 7mila euro per un ventisettenne che portò sostanze illecite a un party di compleanno a cui parteciparono una cinquantina di persone

Droga dello stupro a una 17enne durante una festa a Induno: condannato un giovane

Una festa privata che era finita male per una 17enne, trasportata in coma all’ospedale dopo aver bevuto un cocktail contenente gbl, sostanza conosciuta come “droga dello stupro”, e ora anche la conclusione della vicenda processuale scaturita da quei fatti, avvenuti a Induno Olona nel marzo del 2019 (leggi QUI i dettagli).

Un ventisettenne originario della provincia di Sondrio è stato condannato dai giudici del Tribunale di Varese a 2 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di 7.000 euro di multa. Per i fatti relativi a quel party a base di alcol e sostanze proibite era stato accusato di cessione di stupefacenti e stato di incapacità procurato mediante violenza. 

Fu lui quella sera a portare la droga alla festa, organizzata da un 22enne che per il suo compleanno aveva chiamato a raccolta a casa sua - data l’assenza dei genitori - una cinquantina di persone. 

Il ventisettenne in aula non ha negato le proprie colpe e nell’ultima udienza prima del verdetto del collegio giudicante ha parlato spontaneamente dei suoi problemi con l’alcol e della decisione di risolverli passando a qualcosa di “meno impattante”. Ed ecco la gbl, i pareri sui forum online, i consigli di certi influencer, sempre sul web; e poi l’acquisto su un sito dove la sostanza era in vendita legalmente: prima pochi flaconi, poi una quantità considerevole, per paura di restare senza. Un ordine da 500 euro, il pacco che arriva direttamente a casa e che lì verrà trovato, ancora sigillato, dalla polizia. 

E la sera del party? «Non pensavo ci fossero minorenni - ha spiegato il ragazzo - e comunque nel somministrare le dosi mi accertavo che chi le chiedeva fosse consapevole degli effetti e non stesse bevendo alcol». 

Una spiegazione che non ha convinto il pubblico ministero, che per l’imputato ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione: «Era consapevole di quello che faceva, e ha acquistato e poi ceduto una sostanza che è considerata illecita dalla legge italiana». 

La difesa, chiedendo l’assoluzione, ha invece insistito sulla volontà manifestata dalla persona offesa, la sera della festa, di sperimentare gli effetti di una droga per lei nuova, «dopo che ne aveva già provate altre, come da lei stessa dichiarato durante il dibattimento». Altro punto centrale della tesi difensiva, il fatto che la 17enne fosse truccata in modo appariscente e in compagnia di amiche già maggiorenni: per l’imputato, in quel contesto, non si trattava di una ragazzina.

Gabriele Lavagno

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