Cinque anni di reclusione, col divieto di avvicinamento alla parte offesa e ai luoghi dalla stessa frequentati per un anno. E’ la pena che il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Asti Giorgio Morando ha comminato nei confronti di R. A., cittadino di nazionalità albanese, classe 1998, rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale per le condotte tenute nei confronti di una cugina, oggi 14enne, in un lasso di tempo compreso tra il dicembre 2018 e l’agosto 2020, quando la ragazza aveva appena dieci anni e lui venti.
La difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Antonio Rostagno del foro di Asti, ha scelto di avvalersi del rito abbreviato. Chiuso con l’udienza tenuta questa mattina (martedì 18 ottobre) presso il palazzo di giustizia astigiano, il procedimento aveva preso le mosse dal racconto che la ragazza aveva inizialmente fatto alla psicologa della scuola da lei frequentata.
Coinvolta la madre, era stata quest’ultima, assistita dall’avvocato albese Paola Coppa, a denunciare quel nipote acquisito cui anni prima lei e il marito avevano accettato di dare ospitalità nella loro abitazione.
Particolarmente gravi le accuse nei confronti dell’uomo, accusato di aver costretto la bambina a subire toccamenti nelle parti intime e tentativi di masturbazione, e anche di averle mostrato in più occasioni video e foto pornografiche al fine di indurla a compiere e subire atti sessuali, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di una minore di 14 anni.
Nel corso dell’incidente probatorio la minore ha puntualmente confermato i fatti sopra indicati e la stessa, sottoposta anche a una perizia svolta da un consulente tecnico d’ufficio, per vagliarne il grado di attendibilità e suggestionabilità, è stata ritenuta in possesso delle competenze generiche e specifiche a rendere testimonianza.
Stamane la sentenza pronunciata dal Gip Morando, arrivata a fronte di una richiesta, da parte del pubblico ministero Davide Greco, di una condanna a due anni di reclusione.
Nel procedimento la minore si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Paola Coppa, che manifesta la propria soddisfazione per l’esito di "un procedimento nel quale è stata correttamente valutata la piena attendibilità della mia assistita. Nonostante la giovanissima età, la ragazza ha avuto la forza e il coraggio di denunciare gli abusi subiti da parte del cugino, che approfittando della convivenza e del rapporto di fiducia legato anche al vincolo di parentela, si è fatto lecito di compiere abusi molto gravi. Spesso all’interno delle mura domestiche – continua l’avvocato Coppa – si verificano fatti analoghi che non sempre vengono denunciati per timore di non essere creduti e per la vergogna di raccontare quanto subìto. La mia assistita è stata molto coraggiosa perché, superando paure e pregiudizi, è riuscita a ottenere giustizia”.
Cronaca | 18 ottobre 2022, 15:48
Violenza sessuale su una bambina di dieci anni: il cugino 22enne condannato a cinque anni
L’uomo era stato ospitato dalla famiglia della vittima in un centro delle Langhe. Dopo la separazione dei genitori si era decisa a raccontare l’accaduto alla psicologa scolastica
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