Sono sconfortati e sconcertati i parrocchiani di Bonassola dopo la notizia della sospensione “a divinis” di don Giulio Mignani, il prete sollevato dai suoi doveri per le posizioni progressiste.
Tanto è stato lo stupore per le decisioni della Curia e del vescovo della Spezia che i fedeli e i residenti di Bonassola, e non solo, hanno deciso di organizzare una manifestazione per domenica.
Carlo Mattia, residente bonassolese ed ex giornalista, racconta: “La manifestazione di domenica, devo essere sincero, coglie anche me di sorpresa perché è nata spontaneamente da alcuni amici di don Giulio e da alcuni parrocchiani. L’ho saputo tramite internet ma vuole significare cosa è don Giulio cioè l’affetto che don Giulio ha saputo creare in questo paese.
Ho visto quello che ha fatto lui qua: ha ricomposto il gruppo ragazzi, ha aperto la chiesa a tutti. Questa chiesa era aperta per poche ore. Ora dalle 8 e fino alla sera alle dieci è aperta. Chiunque può entrare in chiesa. Se lo cerchi è sempre disponibile. E’ il don che ha raggruppato questo paese, d’estate gira con la maglietta, ma sempre distinguibile dal punto di vista ecclesiastico, saluta tutti, va a fare la spesa.
Qui anni fa c’è stata un’alluvione grossa, lui si è messo gli stivali e con la pala in mano era li che scavava insieme agli altri, gomito a gomito con le altre persone”.
Mattia sottolinea come le posizioni di don Mignani possano facilmente destare malumori: “Non è un don comodo perché ha una sua idea. Io capisco che non sia un don comodo però è un don. Stare in mezzo alla gente vuol dire questo, la chiesa la domenica mattina è sta piena con la gente che si ferma davanti alla porta perché non riesce a entrare, un significato ce l’avrà. Ecco perché questa manifestazione. Non è che sia Gesù Cristo venuto in terra, però è un don, forse che si stacca un po’ dalla figura del don che noi ci immaginiamo o quantomeno che forse le persone si immaginano però è un don che vive il suo tempo”.
Una parrocchiana, proprio davanti alla chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, racconta: “E’ stata sempre difficile la convivenza coi preti. Avevamo la fortuna di avere un prete che ci ha aperto gli occhi, ha aperto l’anima, il cuore, e siamo stati delle persone che non hanno accettato le cose belle”.
“E’ come se avessi avuto una malattia - continua la fedele - non sono più in grado di pensare niente. Il don sarà sempre più amato da tutti noi ma il domani proprio non lo so vedere buono.
Le idee possono essere diverse però io rispetto le idee degli altri, in tante cose mi ha aperto gli occhi, come ripeto, perché eravamo chiusi e non capivamo certe belle cose che lui ci ha fatto comprendere perché siamo tutti fratelli, non dobbiamo essere uno contro l’altro, è vero quello che dice Gesù: guardi la pagliuzza nell’occhio dell’altro mentre tu hai la trave”.
Luigina Viviani riassume il suo pensiero sostenendo la causa di don Giulio: “Vorrei che il vescovo potesse meditare su questa cosa, perché secondo me don Giulio non è un prete da sospendere, è un prete da promuovere. Di conseguenza trovo assurda questa cosa. Abbiamo avuto dei preti che certamente non si sono comportati bene ma che non sono stati presi presi provvedimenti.
Lui non ha fatto male a nessuno, ha rispetto per le idee di tutti, vuole che la chiesa sia più aperta e accogliente, non vedo dove sta il peccato. Oltretutto le leggi della chiesa, io sono una persona semplice, ignorante e ho 81 anni, sono nata nella chiesa, ho sempre creduto e continuo a credere a prescinedere dai vescovi, sacerdoti e papi perché credo in Dio e in Gesù Cristo, sono leggi fatte dagli uomini, non infallibili, come siamo tutti noi. Di conseguenza don Giulio in tutto il suo predicare, comunque ha sempre predicato il bene e l’amore per tutto. Perché sospenderlo? Sono non arrabbiata, di più, e amareggiata, e sconfortata. Dopo 81 anni la chiesa di Bonassola, se don Giulio se ne va, non mi vedrà più.
Siccome papa Francesco ha avuto coraggio e umiltà di inginocchiarsi e di chiedere perdono tante volte per il male che la chiesa aveva fatto alle persone spero che possa chiamare don Giulio, avere un confronto con lui, paterno, perché lui è un padre, e che capisca che uomo è e cosa stiamo perdendo”.
Commenti