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Sport | 29 settembre 2022, 17:54

L'INTERVISTA. «Il palaghiaccio rinnovato sarà ambasciatore di Acinque nei territori. Ma anche un biglietto da visita per Varese»

Un nuovo nome che unisce, un impianto che colpisce per la sua modernità e la sostenibilità, uno sport nel cuore della città che avrà una degna cornice: l'amministratore delegato della multiservizi Paolo Soldani racconta l'investimento sulla nuova struttura che venerdì aprirà la pista al pubblico per il pattinaggio libero e lunedì la piscina (VIDEO)

L'INTERVISTA. «Il palaghiaccio rinnovato sarà ambasciatore di Acinque nei territori. Ma anche un biglietto da visita per Varese»

Un nome, un’identità, un cammino condiviso verso un futuro nel segno della sostenibilità: così il palaghiaccio di Varese e Acinque hanno colto una sfida e scritto un capitolo di svolta insieme. Venerdì la rinnovata struttura di via Albani aprirà al pubblico per il pattinaggio libero, sabato ospiterà centinaia di spettatori per la partita dei Mastini dell'hockey in programma alle 18.30 e lunedì inaugurerà la piscina, e lo farà con il nome che la multiservizi adotta ufficialmente il primo ottobre (leggi QUI).

L’amministratore delegato di Acinque Paolo Soldani ci conduce dentro questo progetto, raccontando l’impegno e anche l’orgoglio della società che vede nel palaghiaccio un ambasciatore della propria visione ma anche un biglietto da visita per Varese. «Ci mettiamo la faccia» spiega. E in ogni tappa ciò è accaduto: non è proprio un caso frequente nel nostro Paese, il pieno rispetto dei tempi e delle cifre, mentre qui è avvenuto.  

Il palaghiaccio rinnovato riparte con il vostro nuovo nome. Vogliamo ricordare prima di tutto perché è stato scelto Acinque e cosa vuole trasmettere il nuovo brand? 

Ci mettiamo la faccia e la mettiamo veramente, perché questo Palaghiaccio abbiamo deciso di chiamarlo Acinque Ice Arena: Acinque è il nuovo nome della nostra società. Dopo quasi quattro anni abbiamo appunto deciso di darci un nuovo nome e una nuova identità, un nuovo brand e una nuova comunicazione. Questo perché eravamo formati da tante società con nomi diversi, difficili da comunicare e il nome di una capogruppo un po’ complicato: quindi creava poca identità. Il nuovo nome non è di fantasia, ma ci rappresenta: i cinque territori più la A che è il socio industriale: è un momento importante per noi che ci lavoriamo, perché dal primo ottobre tutti potremo dire effettivamente di far parte della stessa famiglia con un nome che ci identifica pienamente. 

Dunque cinque è la cifra che fotografa i territori, aspetto per voi cruciale: lo dimostra anche quest’opera a Varese?

Sì, il territorio è uno dei valori fondanti. Questo impianto rappresenta le cose che facciamo e vogliamo fare sui nostri territori. In questi anni abbiamo investito moltissimo e questa è la prova; un impianto molto efficiente, sostenibile, che va incontro agli obiettivi che ci stiamo dando, Net Zero (l’azzeramento delle emissioni, ndr) entro il 2040 e non il 2050.Una sfida con se stessi, in fondo? Un modo cioè di alzare l’asticella?Una sfida molto importante, facendo parte di un gruppo – A2A – che ha dichiarato questo obiettivo, anche noi ci crediamo: non è finto, non è uno slogan. Progetti come questi rendono l’obiettivo anche visibile. Questo impianto ha il 60% di consumi prodotti con energia rinnovabile, il 90% in meno di gas rispetto all’impianto precedente, le colonnine...  E questo è un impianto completamente nuovo che nulla ha a che fare con quello precedente.

Dunque il Palaghiaccio sarà un ambasciatore di Acinque, dei valori e della strada che traccia il futuro della società?

Un buon ambasciatore, sì. Tra l’altra, si sente che molti Palaghiaccio fanno fatica ad aprire o non riapriranno per i grossissimi consumi. Questo impianto, grazie alla sua efficienza, riuscirà ad affrontare tranquillamente la stagione: è un bel biglietto da visita anche per la città di Varese.

Ciò che colpisce, è anche la tempistica dei lavori, che è stata rispettata, ma anche la capacità di tararsi su quelle che erano poi le esigenze in corso d’opera, no?

È stato fatto un grossissimo lavoro dal nostro personale. Noi abbiamo una capacità finanziaria importante, che ci permette anche in questi momenti di rispondere prontamente alle difficoltà che possono arrivare. Inoltre abbiamo individuato partner molto affidabili: essendo un project financing, la tempistica -   ovvero i 18 mesi che ci eravamo dati per rifarlo completamente – è fondamentale è per poter gestire il Palaghiaccio 33 anni e ritornare dell’investimento. Il modello funziona. Devo che dire che anche l’amministrazione ha ben risposto, la valutazione è stata corretta e i tempi sono stati rispettati. Anche in un momento complicato per la parte fornitori: abbiamo messo in fila molto bene la fase di approvvigionamento e c’è stata una risposta corale. Ci credevano tutte le funzioni aziendali impegnati nel progetto: sapevano che l’obiettivo doveva essere raggiunto dei tempi indicati.

Può essere un esempio su territori dove avete investito, da portare anche in altri ambiti?

Questo è un modello per i nostri territori, sia nella modalità in cui si è svolto – tempistica, lavori, affidabilità – sia per quanto è stato realizzato. Noi ci candidiamo a essere una società che porta a questi tipi di progetti sui territori: che siano piscine, palazzetti, attività. L’abbiamo fatto e lo stiamo raccontando ai nostri territori: c’è molto interesse ovviamente. Ci dev’essere anche la capacità dell’amministrazione a seguire bene a sua volta le tempistiche.

Anche l’investimento economico alla fine è stato quello previsto?

Noi siamo molto rigorosi: dietro un progetto di questo tipo ci sono piani economici finanziari che devono assolutamente essere rispettati. Se c’erano delle migliorie da effettuare in corso, siamo intervenuti. Abbiamo trovato anche partner molto affidabili, lo ripeto.

Entrando in questo Palaghiaccio, c’è un’impressione di modernità, trasmessa anche dalla luminosità, dall’audio. 

Credo che chiunque di noi lo possa cogliere: quando entriamo in un posto accogliente, luminoso, bello, ci ritorniamo più volentieri. Anche la parte delle luci e quella dell’audio sono importanti: vi abbiamo investito molto. Lo sport, un po’ all’americana, e quindi che fa spettacolo, è tutta un’altra cosa rispetto a un posto buio e freddo, non accogliente.

Colpisce anche che di fronte a un calcio - quindi il principale sport italiano-  con impianti che cadono a pezzi, si sia investito su un Palaghiaccio: si dà anche un segnale?

Questi sono sport che nelle nostre province sono seguiti. Qui ci sono il ghiaccio e la piscina – e non è che ce ne siano mille in città -, è un posto dove le persone possono venire a divertirsi. Il Palaghiaccio è sempre stato nel cuore dei varesini, ma così moderno è un biglietto da visita. Verrà fatta tutta una programmazione dove ogni settimana ci sarà qualcosa da andare a scoprire. Diventerà un’attrazione.

Lei è varesino e ha frequentato questa struttura anni fa, nella parte nuoto. Che impressione le fa la nuova struttura?

Guardi, quando si è parlato dell’investimento su questo progetto, ho ricevuto anche un messaggio di un amico che diceva: ti ricordi quando nuotavamo in quegli spogliatoi freddissimi? Sono passati un po’ di anni… Sento che c’è molto interesse. I gestori di ghiaccio, piscina, padel sono di livello: sarà un bellissimo posto dove svagarsi.

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Marilena Lualdi e Andrea Confalonieri

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