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Politica | 28 agosto 2022, 14:30

La senatrice Emma Bonino a Targato Cn e La Voce di Alba: “La politica è diventata tifo da stadio sotto l’ombrellone”

Sue le battaglie per i diritti civili che hanno cambiato la storia: “Non dimentichiamoci di Afghanistan e Ucraina”. È originaria di Bra: “Vorrei tornarci per questa campagna elettorale. Da ragazza amavo ballare la mazurca con mio papà”

La senatrice Emma Bonino a Targato Cn e La Voce di Alba: “La politica è diventata tifo da stadio sotto l’ombrellone”

“Come mi manca Bra, la mia città. Mi manca molto e mi piacerebbe tornarci presto”.

Sono queste le prime parole che mi dice Emma Bonino, quando le dico che sono della provincia di Cuneo.

Lei è una delle poche politiche per le quali basta pronunciare il nome di battesimo per identificarla e per tutti Emma fa rima con battaglia. Si è battuta contro la fame, le mine antiuomo, la dittatura cinese, la pena di morte, le mutilazioni genitali femminili e ha lottato per il diritto di abortire, l’Unione Europea e la Costituzione. Solo per citare alcune delle sue battaglie, perché non c’è diritto civile conquistato con fatica dietro il quale non vi sia il suo volto, che se ne frega del tempo che passa ed è sempre quello di una ragazzina che sa quello che vuole.

Senatrice Bonino, cosa le manca di Bra?

“Ricordo spesso il profumo e il sapore ad esempio della bagna cauda di mia madre e ora che la mobilità fisica si è fatta un tantino più limitata, mi mancano le gare di mazurca con mio padre. Abbiamo vinto pure un sacco di premi. Quanto amavo ballare”.

Ed invece si è trovata a ballare sul palco della politica, seguendo il motto: “Io non lo farei, ma non vuol dire che tu non lo devi fare. O, peggio ancora, qualcuno te lo deve vietare per legge”.

Nella sua carriera politica, lei ha fatto molte campagne elettorali: cosa è cambiato rispetto a prima? Ora è più facile o più difficile far arrivare il proprio messaggio ai cittadini?

“È sempre stato difficile. Manca, oggi più di ieri, un’idea di politica come confronto tra idee diverse. Sembra tifo da stadio e non aiuta nessuno. 

In più c’è da dire che questa campagna elettorale estiva, sotto gli ombrelloni e con le infradito, non aiuta. Come non aiuta la legge elettorale cervellotica, il così detto Rosatellum, con cui si andrà al voto anche questa volta, che costringe i partiti in coalizioni. Per non parlare del taglio dei parlamentari che toglierà rappresentanza elettorale in Parlamento a interi territori italiani e che porta i collegi elettorali a essere talmente grandi da togliere ogni legame tra il candidato e gli elettori. In un momento storico in cui la sfida è tra la scelta verso il progresso, l’Europa, le libertà e  i diritti, da un lato, e i regimi illiberali, da Orban a Putin, a cui guarda questa destra, dall'altro. Spero i cittadini si rendano conto di quale sia il rischio reale e quanto sia alta la posta in gioco e che vadano a votare. Perché il vuoto non esiste e chi siederà nel prossimo Parlamento saranno proprio loro a sceglierlo, non è una scelta che cade dal cielo o scritta nelle tavole della legge”.

A Roma lei sfida Calenda, l'alleato diventato nel giro di poche ore uno sfidante. 

“Il mio avversario o sfidante non è Azione, ma questa destra. Il motivo per cui era stata scelta anche con Azione la coalizione con il PD andava proprio in questo senso. Andare nel terzo o quarto polo, non so più nemmeno quanti siano, significa far vincere in ogni collegio la destra frammentando il voto dei liberali e dei progressisti. Per questo +Europa ha fatto una scelta di serietà politica”.

Guerra in Ucraina e situazione in Afghanistan - Paese per il quale lei si è spesa molto -, temi quasi dimenticati in questo periodo. Cosa dovrebbe fare il prossimo Governo?

“Quello che mi sembra rilevante - senza fughe in avanti sull’iniziativa del prossimo Governo, che dipenderà esattamente dalla scelta che il 25 settembre faranno gli elettori – è che dell’Afghanistan ci siamo già dimenticati, come dei curdi e degli yazidi, e come mi pare si farà con l’Ucraina tutti presi a guardare dentro il raccordo anulare, presi dalla campagna elettorale. Ma è proprio questo il punto: solo scegliere l’approccio Draghi, anche per la politica estera ed europea, può portarci ad avere rilevanza nel caos globale, permettendoci di restare umani”.

Qual é la battaglia per i diritti della quale va più fiera? 

“Sono fiera di molte delle battaglie fatte, da quelle sconosciute ai più come l’istituzione della Corte Penale Internazionale per mettere fine all’impunità di chi commette crimini di guerra, genocidi e crimini contro l’umanità.

E chiaramente sono fiera della lotta contro l’aborto clandestino. Ma non sono una che guarda a ciò che è stato fatto pensando che basti aver raggiunto un traguardo. Guardare a cosa successo in alcuni stati trumpiani con la decisione della Corte Suprema americana, o più vicino a noi, in Polonia e Ungheria, dà l'allarme che sui diritti si può tornare indietro. Mi sgolo a dire che i diritti civili sono diritti sociali, perché è chiaro che chi è più agiato può reperire ad esempio la cannabis a uso terapeutico per altre vie, o decidere di morire dignitosamente in Svizzera, o accedere all’adozione per le coppie dello stesso sesso andando in altri Paesi, o decidere di abortire viaggiando verso una regione dove non ci siano tutti medici obiettori di coscienza.

I diritti non sono dati una volta e per tutte. Sono come andare in bicicletta. Se non pedali cadi o vai indietro”.

Senatrice, lei è candidata anche nel suo Piemonte.

“Sì, e la campagna elettorale potrebbe essere un’occasione per tornarci. Ma non prometto nulla, non amo fare promesse che poi non mantengo, nella vita e nella politica”.

NaMur

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