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Politica | 23 luglio 2022, 12:15

VERSO LE ELEZIONI Senatori e deputati cuneesi, chi lascia, chi resta e chi…spera

Sono giorni di febbrili trattative tra le coalizioni e nei rispettivi partiti. La rappresentanza parlamentare della Granda deve fare i conti con una drastica riduzione di posti. Pochi spazi per eventuali new entry e scarsa voce in capitolo da parte del territorio

VERSO LE ELEZIONI Senatori e deputati cuneesi, chi lascia, chi resta e chi…spera

Quel che appare certo sin d’ora, quando sono tutte da definire le coalizioni e le liste dei rispettivi partiti, è che la rappresentanza parlamentare della provincia di Cuneo sarà dimezzata (nella migliore delle ipotesi) o ridotta di due terzi rispetto all’attuale, che vedeva a Roma cinque deputati e tre senatori.

Cerchiamo di capire quale situazione potrebbe profilarsi sapendo che già due parlamentari sono fuori dai giochi: Fabiana Dadone, deputata 5 Stelle, ministra uscente alle Politiche giovanili, e Mino Taricco, senatore Pd, che per sua espressa scelta non si ricandiderà.

Per la Dadone si tratterebbe del terzo mandato, cosa che Conte e Grillo hanno ribadito essere in contrasto con i dettami del Movimento che ne prevede non più di due.

“Grillina” ortodossa, non potrebbe mai contravvenire a norme statutarie che, in quanto ex proboviro e già referente della piattaforma Rousseau, aveva lei stessa concorso a stabilire.

La deputata pentastellata in ogni caso non commenta, mentre Taricco spiega le ragioni della sua decisione: “Lo avevo deciso da tempo. Ho sempre sostenuto che quello politico deve essere un impegno cui ci si deve dedicare una sola stagione della vita. Per essere credibile e perchè non diventasse un mestiere – annota il senatore Pd -, ho anche presentato una proposta  di legge in tal senso, e quindi la applico innanzi tutto a me stesso. Sono oltre 18 anni che sono in prima linea ed è giusto che lasci spazio ad altri”.

Per quanto concerne i due collegi uninominali della Camera, i due deputati eletti nel 2018 erano stati il leghista Flavio Gastaldi, eletto nel collegio Cuneo-Saluzzo-Savigliano e Enrico Costa, ora numero due di Azione, allora Nuovo Centrodestra, eletto nel collegio Alba-Mondovì-Fossano.

Gastaldi è molto vicino al segretario regionale del suo partito e capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari, per cui può sperare in una ricandidatura, anche se questo collegio (ora esteso a tutta la provincia con l’eccezione di Alba-Bra-Langhe e Roero)  fa gola anche a Fratelli d’Italia, che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) affidarlo o alla deputata uscente, Monica Ciaburro o al capogruppo regionale Paolo Bongioanni o ancora al coordinatore provinciale William Casoni o a qualche altro personaggio del mondo dell’imprenditoria che potrebbe uscire dal cilindro di Guido Crosetto d’intesa col segretario regionale Fabrizio Comba.

Per Ciaburro, in ogni caso (anche in virtù della rappresentanza di genere) un posto sul proporzionale sembra – ad oggi – fuori discussione.

Anche se l’interrogativo prevalente, per quanto concerne Fratelli d’Italia, resta quello che riguarda Crosetto: tornerà in pista da capolista anche in Piemonte oppure eserciterà il ruolo di regista in attesa di un posto da ministro che i bookmaker danno per certo in caso di vittoria del centrodestra? 

Sul secondo collegio uninominale camerale, dove questa volta non ci sarà più Enrico Costa, appare poco probabile che tocchi ad un esponente cuneese del centrodestra, dal momento che il territorio astigiano farà sentire la sua voce rivendicando un proprio spazio.

Tutto, in queste ore, resta comunque fluido e nulla può essere dato per scontato  

Per quanto riguarda il collegio uninominale del Senato, che quattro anni fa aveva visto eletto il sindaco di Priocca d’Alba, Marco Perosino, è possibile  che possa andare al senatore pinerolese Lucio Malan, ex Forza Italia ora passato a Fratelli d’Italia, oggi ben quotato alla corte di Giorgia Meloni.

Perosino può contare sul suo stretto sodalizio con il presidente della Regione Alberto Cirio. In ogni caso per lui si potrebbe prospettare una candidatura sul proporzionale. In questo caso però, per assicurarsi la rielezione a Palazzo Madama, dipenderà dalla posizione di lista e dalla percentuale di consensi che avrà in Piemonte il partito di Silvio Berlusconi.

Sul fronte dei collegi proporzionali, Giorgio Bergesio, senatore uscente e segretario provinciale della Lega, che la volta scorsa era stato candidato in posizione numero 3 potrebbe avanzare di posizione. Molto dipenderà dal peso del suo grande sponsor, Roberto Calderoli, e anche dalle aspettative delle altre province piemontesi. Sempre che, in virtù del suo ruolo di segretario provinciale, non venga scelto sul collegio uninominale della Camera al posto di Gastaldi.

Come si può intuire, la partita in corso è legata sì alla ripartizione delle candidature nella coalizione ma altrettanto agli equilibri interni (e geografici) di ciascun partito.

Chi sembra poter dormire sonni tranquilli è la deputata Pd Chiara Gribaudo, che – in quanto componente della segreteria nazionale del partito – dovrebbe tornare ad essere capolista sul proporzionale nel Piemonte 2.

Tuttavia con l’aria che tira anche a lei la prudenza consiglia di dormire con un  solo occhio chiuso.

Enrico Costa, verosimilmente, correrà solo sul proporzionale e, con ogni probabilità, su più collegi.

Resta tuttavia da capire - perché la situazione è ancora quanto fluida – che cosa farà Azione. Se cioè correrà in proprio oppure se entrerà in coalizione col Partito Democratico, ipotesi che al momento appare remota.   

Ciò detto, a chi si affiderà il centrosinistra nei collegi uninominali che interessano il Cuneese dove i sondaggi – ad oggi – non sembrano essergli molto favorevoli?

Un nome che circola (non sappiamo però con quale fondatezza) è quello di Maurizio Marello, ex sindaco di Alba e attuale consigliere regionale Pd.

Nell’area di centrosinistra si naviga a vista sapendo che – tramontata l’ipotesi del campo largo coi 5 Stelle (che in provincia, in realtà, nessuno aveva mai caldeggiato) -, occorre “aprire” ad altri campi. Già, ma quali? 

Un’ipotesi affacciatasi tempo fa e rispetto alla quale c’erano stati pour parler in sede romana col segretario nazionale Enrico Letta vedeva chiamato in causa l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia Federico Borgna.   

Alla luce dei suoi ultimi movimenti, propedeutici alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, appare tuttavia poco probabile che Borgna accetti una sfida così titanica e soprattutto dagli esiti così incerti.

Certo è che si determinasse un vasto campo largo - non più quello con i 5 Stelle, ma semmai uno nuovo, europeista e “draghiano” - l’ex sindaco di Cuneo sarebbe un personaggio da “spendere”, nonostante le intuibili riserve e le probabili perplessità dell’onorevole Gribaudo.

Suggestioni da canicola estiva?   

Niente di più facile, ma in una congiuntura in cui la realtà supera la fantasia, resta perlomeno un elemento da non escludere.

Giampaolo Testa

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