Il terremoto politico che ha scosso l’afoso fine settimana della politica cittadina dopo la decisione annunciata venerdì sera, 15 luglio, dal consigliere del PD Antonino Pittari di lasciare il suo partito e continuare (meglio, iniziare visto che proprio stasera si terrà il primo consiglio comunale di Cuneo) nel Gruppo Misto, non è ovviamente passata inosservata alle altre forze presenti in città.
Tra le altre motivazioni, nella sua lunga lettera di dimissioni Pittari aveva anche toccato la questione del presidente del Consiglio Comunale, ruolo assegnato a Marco Vernetti. Assegnazione non digerita da Pittari, il più votato alle elezioni di giugno, ma neppure dalle opposizioni alle quali spesso questo ruolo è destinato.
“Con tutta la buona volontà e l’atteggiamento comprensivo con cui si possono giudicare i primi passi della nuova Amministrazione cittadina – si legge in un comunicato stampa a nome di Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia) non possiamo fare a meno di constatare che si è cominciato nel peggiore dei modi. Una gaffe procedurale che non è puramente formale – dicono ancora i due gruppi -, ma che rivela una disinvoltura istituzionale o peggio un sostanziale disprezzo delle competenze e delle prerogative dei consiglieri comunali”.
Circa la delega all’Acqua Pubblica assegnata a Vernetti, i Beni Comuni e Cuneo Mia la definiscono una “ciliegina sulla torta”.
Si legge ancora nel comunicato: “Il presidente viene così ad assumere l’inedita figura del “centauro istituzionale”, mezzo Presidente e mezzo Assessore, figura mitologica che viene ad arricchire il bestiario politico-amministrativo cuneese”.
Infine, la stoccata finale che non si fa attendere: “Non è un bel modo di cominciare, non è un bel modo di ripagare la fiducia dei cittadini che credono nell’importanza delle regole che garantiscano la correttezza dell’azione amministrativa. L’Amministrazione cittadina riconquisti una credibilità capace di vincere la disaffezione degli elettori cuneesi che ha fatto di Cuneo la seconda città d'Italia con la minore partecipazione di votanti al ballottaggio e questo non può in alcun modo essere segno di un consenso generalizzato verso chi ha vinto le elezioni, ma deve ancora vincere la sfida del buon governo”
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