Il Nazionale

Cronaca | 24 giugno 2022, 11:41

Indagine sul riconoscimento della cittadinanza italiana 'iure sanguinis', "Il comune di Imperia è zona mia": 48enne brasiliano a processo per tentata estorsione

L'inchiesta è nata dalla denuncia della titolare di un'agenzia. Per la Procura l’imputato avrebbe ricevuto informazioni sulle pratiche e anche il suo numero di telefono da qualcuno che lavorava "all’interno dell’ente"

Indagine sul riconoscimento della cittadinanza italiana 'iure sanguinis', "Il comune di Imperia è zona mia": 48enne brasiliano a processo per tentata estorsione

Al via il processo, dinanzi al giudice monocratico di Imperia, Marta Maria Bossi, a carico di J.E.M.L., 48enne di origini brasiliane, accusato di tentata estorsione. Tutto nasce dalla denuncia della titolare di un'agenzia, che opera sia a Savona che ad Alessandria, attiva nella gestione delle pratiche finalizzate a far ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana ‘iure anguinis’ in favore di cittadini brasiliani.

Come raccontato oggi dalla titolare dell’agenzia, che ha risposto alle domande del pm Luca Scorza Azzarà, nel gennaio 2019 la stessa aveva inoltrato alcune pratiche al comune di Imperia. Nei giorni successivi alla richiesta effettuata presso l’ufficio Anagrafe la donna avrebbe ricevuto la telefonata da parte dell’imputato che “con tono minatorio la invitava a completare le quattro pratiche che aveva in itinere e poi a lasciare il comune di Imperia in quanto era zona sua”.

Per la presunta vittima e anche per gli inquirenti l’imputato avrebbe ricevuto informazioni dettagliate su queste pratiche e anche il suo numero di telefono da qualcuno che lavorava “all’interno dell’ente territoriale”.

La donna ha chiesto spiegazioni al Comune, ma nessuno le ha saputo dare una risposta in merito a quanto accaduto. La vicenda poi, sarebbe proseguita. Nei giorni successivi alla telefonata, la titolare dell’agenzia, che si trovava a palazzo civico per motivi di lavoro, poco dopo ha visto sopraggiungere negli uffici l’imputato, difeso dall'avvocato Sandro Lombardi, in quanto “ancora una volta aveva avuto tale informazione, è riportato nelle accuse, dall’interno dell’ente”. In questa occasione l’imputato le avrebbe rivolto “occhiate minacciose” ed è per questo che la professionista, insieme alla figlia che collabora con lei in agenzia, ha denunciato tutto ai Carabinieri. Il processo è stato aggiornato al 9 dicembre per la prosecuzione dell'istruttoria dibattimentale. 

Angela Panzera

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