«Sono felice, soprattutto per mia moglie e i miei figli»: sono le parole di Attilio Fontana dopo essere stato prosciolto "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di frode in pubbliche forniture (leggi QUI) per la vicenda dei camici "donati" a Regione Lombardia dal cognato Andrea Dini (i pm milanesi avevano chiesto il rinvio a giudizio).
«Io sono abituato alle strumentalizzazioni politiche, loro no - ha aggiunto Fontana riferendosi alla sua famiglia - e la cosa che più mi ha rammaricato è che loro soffrissero».
«Abbiamo trascorso momenti difficili, combattuto un nemico invisibile, infido e non annunciato - le parole del governatore varesino - Ho fatto tutto quello che potevo per tutelare i miei cittadini, senza avere istruzioni da seguire. Passato notti insonni, con un unico obiettivo: riuscire a sconfiggere il virus».
«Sono stato accusato, infamato, oggetto di critiche strumentali che il tempo galantuomo ha smontato - ha concluso Fontana - Con la sentenza di oggi si chiude un capitolo personale che ristabilisce la verità delle cose».
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