Il Nazionale

Cronaca | 11 maggio 2022, 17:30

Eurovision, i ‘Maneskin del clima’ si incatenano al village: “Zitti e buoni verso l’estinzione? No” [VIDEO e FOTO]

Azione dimostrativa degli Extinction Rebellion Torino: travestiti da band, hanno voluto portare l'attenzione sull'emergenza ecoclimatica

Eurovision, i ‘Maneskin del clima’ si incatenano al village: “Zitti e buoni verso l’estinzione? No” [VIDEO e FOTO]

I “Maneskin” incatenati al villaggio di Eurovision. È un’azione dimostrativa nel nome del clima quello messa in atto poco fa dagli Extinction Rebellion Torino, travestiti per l’occasione dalla band italiana che l’anno scorso vinse il contest conquistando il mondo.

L’obiettivo? Come è stato per l'invasione del Turquoise Carpet di due giorni fa a Venaria, non è quello di interrompere l'evento ma lanciare un messaggio al mondo intero e a quello della musica per portare l'attenzione sull'emergenza ecoclimatica. 

"Non vogliamo stare zitti e buoni"

Siamo qui perché vogliamo perché i Maneskin hanno vinto l’Eurovision con la canzone Zitti e Buoni ma noi non abbiamo intenzione di stare zitti e buoni” afferma il Damiano attivista degli Extinction Rebellion Torino.

“Zitti e buoni verso l'estinzione" è lo slogan che campeggiava sullo striscione appeso alle loro spalle, mentre una potente cassa suonava canzoni dei Maneskin a tutto volume. Nonostante l'intervento della sicurezza e delle forze dell'ordine, i quattro attivisti si sono rifiutati di aprire i lucchetti ed allontanarsi ed hanno continuato con la propria perfomance.

Il riferimento ai Maneskin nella settimana dell'Eurovision

Lo slogan di questa azione riprende il titolo della canzone con cui i Maneskin hanno vinto l'edizione 2021 di Eurovision e grazie alla quale questa settimana il festival è a Torino. L'invito che gli attivisti rivolgono a artisti e pubblico è di non stare zitti e buoni a guardare il pianeta andare verso il collasso ecoclimatico, ma di far sentire la propria voce e chiedere a chi governa di agire immediatamente.

La musica e l’arte hanno il potere di promuovere i cambiamenti sociali necessari a costruire un futuro migliore. “È il momento di chiederlo insieme, a tutti gli artisti del mondo” dicono gli attivisti. Perché non ci sarà musica su un pianeta morto.

Andrea Parisotto

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