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Politica | 04 maggio 2022, 10:25

Saluzzo, “Insieme si può” fa il check up a due terzi del mandato

Assemblea della coalizione di centrosinistra che governa la città. Da Paolo Allemano e Livio Berardo il monito, guardando al 2024, ad evitare gli errori di Alba e Fossano. Calderoni li tranquillizza: “Il nostro suicidio – ha assicurato – non è all’ordine del giorno”

Saluzzo, “Insieme si può” fa il check up a due terzi del mandato

Il titolo era “Vediamoci chiaro”, dove il significato era duplice; riferito, per un verso, al lungo periodo di oscuramento determinato dalla pandemia, che ha interrotto la possibilità di incontri in presenza, dall’altro alla prospettiva elettorale comunale del 2024.

L’assemblea di amministratori, soci e simpatizzanti dell’associazione saluzzese “Insieme si può”, presieduta da Carlo Ravazzi, svoltasi ieri sera (martedì 3 maggio) al Circolo Interno Due, ha visto la partecipazione di circa un centinaio di persone.

È stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del programma presentato ai cittadini elettori nel 2019, con un timido sguardo proiettato alla prossima scadenza elettorale comunale del 2024.

Ma su quest’ultimo aspetto, mancando due anni, non sono emerse sostanziali indicazioni.

Esauriti rapidamente gli aspetti contabili, illustrati dalla tesoriera Silvana Cravero, la parola è passata al sindaco Mauro Calderoni.

Calderoni ha tracciato un vasto excursus facendo il punto sulle varie tematiche amministrative sul tappeto, ricordando i tanti cantieri aperti, la ricerca continua di fondi che hanno consentito al Comune di Saluzzo di andare oltre alle disponibilità proprie con ricadute benefiche sull’Area vasta.

“Sono stati due anni difficili, ma temo – ha detto – che i prossimi  non saranno lineari”.

Il sindaco, dopo un’ampia disamina su ciò che è stato fatto, ha posto l’accento sulle “cose” che sono all’orizzonte individuandole nel blocco D dell’ospedale, nel Centro diurno a San Bernardino, nel nuovo polo scolastico e sportivo di via della Croce, nell’ampliamento dell’asilo nido e nella realizzazione della nuova piazza di Castellar, Comune che, ricordiamo, con Saluzzo si è fuso.

“Non tutte sono questioni di nostra competenza – ha annotato Calderoni – noi tuttavia, come nel caso della Sanità, collaboriamo senza lesinare risorse, sperando che qualcuno prima o poi ci dica qualcosa sul nuovo ospedale di pianura, ipotesi che ad oggi mi pare assai poco concreta”.

“I nostri detrattori – ha poi aggiunto - ci dicono, senza essere informati o facendo finta di non esserlo, che manca la programmazione. Semmai – ha osservato – c’è un eccesso di programmazione, come dimostrano i fondi che riusciamo a reperire, che va a scapito della creatività amministrativa. Ma anche noi – ha detto guardando sornione la platea – abbiamo qualche difetto”.

Non è mancata una stilettata alla Regione a proposito del mancato traguardo di “Saluzzo capitale della Cultura 2024”.

“La giunta regionale aveva garantito che ci avrebbe sostenuto, ma all’ultimo momento – ha affermato polemicamente  – l’appoggio promesso non è arrivato. È stata comunque un’esperienza eccezionale che ci ha permesso di avviare una serie di relazioni e di acquisire un patrimonio di conoscenze che non andrà perduto”.

Per quanto concerne la prospettiva 2024 Calderoni non si è sbilanciato se non dicendo che “è nel novero delle cose che tra due anni cambi il sindaco, anche a prescindere da eventuali modifiche alla normativa che dovessero intervenire. La squadra andrà in parte cambiata e a chi resta – ha ammonito - sarà richiesto un supplemento di generosità maggiore di quello che abbiamo dimostrato noi”.

Di più, sotto il profilo politico, non ha detto.

A richiamare l’assemblea sui rischi sono stati i due “padri nobili” della sinistra saluzzese, Paolo Allemano e Livio Berardo.

Allemano ha posto l’accento sul fatto che il vento di destra soffia prepotente in tutto il Piemonte e che la maggioranza in Regione sta “irresponsabilmente destrutturando le comunità piemontesi”.

“Servirà, da parte nostra, una controrisposta anche in termini di simpatia verso l’elettorato. Qualcuno può pensare – ha detto in tono autoironico l’ex sindaco ed ex consigliere regionale Pd - che non sia io la persona più indicata a dare consigli, ma se servirà sappiate che ci sono”.          

Berardo ha rievocato le brucianti sconfitte di Alba e Fossano, “dove il centrosinistra – ha sostenuto - o si è diviso o non è riuscito a contrastare in maniera efficace l’offensiva della destra.

Per entrambi e per l’assemblea tutta Calderoni ha avuto una risposta tranquillizzante: “Non esistono le condizioni oggettive perché la nostra maggioranza si disarticoli. A Saluzzo il nostro suicidio – ha assicurato – non è all’ordine del giorno”.

Giampaolo Testa

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