Un sistema che rischia di scoppiare, come una bomba. E' l'allarme lanciato dai precari della sanità piemontese, in presidio sotto il Consiglio regionale per chiedere lo stop dei licenziamenti e l'avvio di un percorso di stabilizzazione per gli oltre 5.000 dipendenti che, dopo aver prestato servizio durante il Covid, si ritrovano ora con il contratto in scadenza.
"La sanità regionale è una bomba che sta per scoppiare, ma scoppia sempre quando arriva in mano al più piccolo. Dobbiamo garantire che il servizio sanitario regionale stia in equilibrio. I licenziamenti sono in corso, al netto di quello che dice la Regione: è a rischio la sicurezza nei vari setting assistenziali della sanità" afferma Nazzareno Arrigò, rsu Uil. La richiesta avanzata? Che si parli davvero delle stabilizzazioni.
Nelle scorse ore però, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio aveva "passato la palla" al Governo, a cui, secondo il Governatore, spetta l'onere di stabilizzare i sanitari. "Cirio? Metta quei famosi 58 milioni di euro necessari per stabilizzare i precari o il sistema andrà al collasso. Poi vada a Roma a chiedere i soldi che servono per il sistema sanitario" lo sferza Claudio Delli Carri, Nursing Up Piemonte.
Il sentimento comune dei sanitari piemontesi precari è quello di esser stati usati e scaricati: "Sono stato assunto per la campagna vaccinale dall’autunno del 2020. Il contratto era di 36 ore settimanali, ma ho affrontato turni da 60/70 ore settimanali per affrontare la crisi, quando facevano 500.000 vaccini al giorno. Tante promesse, ma ora siamo qui perché precari. Sono deluso e amareggiato" ha raccontato Alessio Casellati, amministrativo precario.
Il segretario regionale Cisl Fp Alessandro Bertaina ha dichiarato: "Esprimo soddisfazione per la volontà espressa oggi dal presidente Cirio di stabilizzare i 1.137 precari della sanità in possesso dei requisiti e confido in un prossimo intervento, anche attraverso lo strumento della contrattazione, da parte della Giunta regionale per la proroga dei restanti lavoratori che operano a vario titolo e con diversi contratti nel nostro servizio sanitario regionale”.
Intorno alle 11 del mattino, la seduta del Consiglio regionale che era in corso a Palazzo Lascaris è stata sospesa, su richiesta di LuV e Pd, proprio per permettere di ascoltare in audizione una delegazione dei sindacati medici che stavano protestando in strada. All'incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio Stefano Allasia e molti consiglieri regionali.
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