I numeri del Covid aumentano così come i ricoveri nella nostra provincia. Ed è dovuto alla presenza di molti focolai in alcuni reparti degli ospedale ma anche alla grossa diffusione della variante Omicron 2, che è oggi superiore all’85% dei contagiati nell’imperiese.
La conferma arriva dal Primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale ‘Borea’ di Sanremo, Giovanni Cenderello: “L’aumento è dovuto anche al ‘liberi tutti’ degli ultimi mesi – ha detto – ma d’altro canto non si poteva certo andare avanti con le restrizioni che abbiamo vissuto negli ultimi due anni. Il vantaggio della situazione attuale arriva dal fatto che, grazie alla vaccinazione e alla variazione del virus, siamo di fronte ad una semplice infezione delle alte vie aeree senza grosse complicazioni. Fortunatamente siamo di fronte a situazioni sopportabili, polmoniti se ne vedono davvero poche. Ci sono sintomatologie più o meno pesanti senza grosse complicazioni”.
L’aumento dei ricoverati per Covid, nella nostra provincia, al momento non sta creando grossi problemi agli ospedali. I circa 60 che sono in questi giorni negli ospedali, sono suddivisi tra i 34 delle malattie infettive e il resto tra le cure intermedie del Saint Charles di Bordighera e due aree specialistiche a Sanremo e Imperia.
Intanto i contagi, secondo le previsioni, potrebbero calare con l’aumento delle temperature previsto per le prossime settimane: “C’è da evidenziare che Omicron 2 è molto contagioso e, senza misure di contenimento, siamo in una situazione intermedia”.
I pazienti come vengono curati in questo periodo? “Ci stiamo affidando agli antivirali per bocca, ovvero il Lagevrio e il Paxlovid, oppure quelli in vena come il Remdevisir. Siamo fermi, invece, con i monoclonali perché l’unico (il Sotromivab) non è efficace contro l’Omicron 2. Bisognerebbe raddoppiare la dose ma, fino a quando non siamo autorizzati da Aifa, non possiamo somministrarlo”.
Per quanto riguarda la quarta dose? “Funziona ma deve essere fatta a pazienti fragili ultra 70enni che hanno problemi di salute. Con l’arrivo della stagione fredda a ottobre-novembre si dovrà fare quasi certamente una nuova dose, ma speriamo con un vaccino di nuova concezione”.
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