“Il Diavolo è di tutti gli astigiani, non chiediamo altro che di poter continuare a fare cultura, come facciamo ormai da 22 anni”.
Si percepisce grande amarezza nella voce di Davide Santagata, gestore del Diavolo Rosso di piazza San Martino, con riferimento alla decisione, correlata al restauro di palazzo Ottolenghi, di privare il locale astigiano dell’utilizzo del cortile e di una sala annessa, il loggione.
LA RISTRUTTURAZIONE DI PALAZZO OTTOLENGHI NON INIZIERA' PRIMA DI DICEMBRE
“Ovviamente non abbiamo alcuna intenzione di opporci ai lavori di ristrutturazione, che peraltro ci risultano non essere neppure ancora stati assegnati – ha aggiunto Santagata -, ma se appunto gli interventi non inizieranno prima di dicembre, perché noi dobbiamo perdere quegli spazi già ora? E’ tutto funzionante, a norma, ristrutturato a spese del Diavolo una quindicina d’anni fa… vorremmo semplicemente continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto fino all’inizio effettivo dei lavori”.
Secondo cui il venir meno di quegli spazi depaupererà la città di spazi “in cui allestivamo mostre di fotografia e di pittura ad ingresso libero e in cui abbiamo fatto incontri con gran parte delle associazioni astigiane, nonché corsi di architettura per bambini e tanto altro ancora”.
HANNO SCELTO LA STRADA PIU' FACILE, TAGLIANDOCI LE GAMBE
Ma la maggior amarezza è correlata a un ulteriore aspetto, ha spiegato ancora Santagata: “Hanno preso alla lettera la norma, senza neppure cercare di trovare una soluzione alternativa, hanno optato per la strada più facile. E’ questo che, soprattutto dopo due anni d’inferno come quelli vissuti causa covid, ci ha maggiormente tagliato le gambe, soprattutto moralmente”.
L’auspicio è che, dopo la bagarre mediatica provocata dalla decisione dell’Amministrazione, si aprano spiragli per una mediazione: “Io credo gli spazi per una retromarcia ci siano – ha affermato il gestore del Diavolo Rosso – non voglio fare nulla che esuli dal rispetto delle regole, ma penso un’altra via sia possibile".
“Anche perché – conclude amaramente – rischiamo di andare ad aggiungerci ad altri spazi vuoti. Oggi è toccata a no, ma domani può capitare a un altro, se si ragiona sulla base di questa logica burocratica”.
L'OPPOSIZIONE: CHI VUOLE MALE AL DIAVOLO LO DICA, SENZA NASCONDERSI DIETRO LA BUROCRAZIA
Punto di vista ampiamente condiviso dai consiglieri comunali Mauro Bosia, Michele Anselmo (entrambi del gruppo Uniti si può) e Mario Malandrone (Ambiente Asti), che sulla problematica hanno presentato un’interrogazione urgente.
“Il Diavolo è un punto di riferimento per la nostra città – hanno sostenuto – Negli anni ha sopperito alle grandi mancanze di Asti nell'offerta culturale e di aggregazione sociale rivolta ai giovani. Il Diavolo è un luogo aperto, dove tutti possono entrare e senza consumare o pagare un biglietto hanno un' occasione di socialità”.
“Sul suo palco, nel suo cortile, su suo muri, hanno avuto modo di esprimersi e raccontarsi centinaia e centinaia di artisti locali, nazionali ed internazionali – hanno concluso i consiglieri –. Il Diavolo è un posto che ha dato tanto ad Asti, senza chiedere mai niente. Ora non ci sembra proprio il caso di togliergli questi due spazi vitali. Chi vuole male al Diavolo Rosso lo dica apertamente, senza nascondersi dietro la burocrazia”.
NEL TARDO POMERIGGIO DI DOMANI MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA' IN PIAZZA SAN SECONDO
Ad ulteriore riprova di quanto la problematica sia avvertita, nel tardo pomeriggio di domani – prima di una seduta di Consiglio comunale che si preannuncia già di per sé caldissima poiché incentrata sul futuro di Asp – è stata indetta una manifestazione di protesta, in programma alle 19.30 in piazza San Secondo, a supporto del Diavolo Rosso e della sua offerta culturale.
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