C’è più di un filo tra l'esodo disperato dei profughi ucraini verso l’Europa dove già vive una nutrita comunità di persone provenienti dal paese stretto sotto l’assedio di Mosca e Imperia.
Nel tempo, infatti, si sono intrecciati rapporti e amicizie forti e durature. Tra queste c’è quella che lega un 40enne imperiese, Roberto Saltelli, in costante contatto con 2 care amiche, Maria e Olga. Entrambe hanno 29 anni, sono insegnanti e vivono nel cuore di Kiev assediata.
“Ci sentiamo in videochiamata diverse volte al giorno -dice Roberto – cerco di rincuorarle come posso. Finora non sono riuscite a lasciare la città ed è sempre più difficile. Io ho l’auto pronta per andarle ad andare a prendere al confine con la Polonia o la Romania e portarle qui da noi, a Imperia, ed ospitarle per il tempo che sarà necessario”.
Roberto Saltelli, ieri ha fatto la chiamata serale dalla nostra redazione di via Schiva. “Il collegamento non è attivo tutto il giorno, mi avvertono loro quando posso chiamare. Sono disperate, è diventato pericoloso anche uscire di casa per andare nei rifugi. Il Comune di Kiev che comunica coi cittadini tramite un sistema di messaggeria scritta e vocale lo sconsiglia, perché, a quanto pare, ci sono più possibilità di essere colpiti in auto che stare a casa. È in pratica come giocarsi la vita alla lotteria, una roulette russa, verrebbe da dire. Quindi loro sono barricate in casa con quel poco cibo confezionato che si trova ancora nei supermercati che rimangono aperti, ma sugli scaffali non c’è praticamente più nulla, i prodotti freschi sono spariti tutti”, sottolinea Saltelli.
Drammatica anche la videochiamata di ieri sera: tra i singhiozzi Maria ha spiegato ancora una volta al suo amico imperiese come si vive sotto l’incubo dei bombardamenti.
“Il loro problema -spiega Saltelli - è lasciare la città per arrivare al confine dove sono pronto ad andarle a prendere. Percorrere le due ore che separano il centro di Kiev dalla stazione ferroviaria è sempre più pericoloso e difficile. Scendono in strada praticamente solo per offrire ai combattenti ucraini assistenza se hanno bisogno o per allungare loro qualcosa da mangiare”.
E c’è anche chi se ne approfitta, come sempre, in questo tipo di situazioni. “Maria e Olga avevano prenotato e pagato molti soldi su un sito on line una navetta che avrebbe dovuto portarle alla stazione. L’hanno aspetta per due ore, ma non si è presentato nessuno”, conclude Roberto.
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