È la sua prima elezione del presidente della Repubblica e l'onorevole Leonardo Tarantino non nasconde l'emozione. Sta anche documentando via social i preparativi per la votazione, che deve convivere con un'epoca ancora nel segno della pandemia.
Cosa si muove
Il deputato samaratese della Lega lo sottolinea: «Sì, è la mia primissima votazione per il presidente. Non capita a tutti... La mia è stata la prima legislatura e abbiamo avuto tre governi con tre maggioranze diverse. Adesso c'è questo momento per cui già si vede la differenza. Ad esempio, si vedono piccolo crocchi di persone, anche ex parlamentari che hanno ripreso a frequentare il palazzo». Un movimento, pur contenuto e regolato dalle necessità per limitare i contagi, che si fa notare. Come si scorgono appunto i preparativi per poter accogliere i senatori e mantenere la massima sicurezza.
Anche la scenografia cambia insomma, spiega l'onorevole Tarantino, che oggi era a Roma e tornerà lunedì 24 per il momento tanto atteso: «Siamo riconvocati dalle 16 alle 20, quindi torno lunedì in tarda mattinata».
Il centrodestra è partito con Silvio Berlusconi: «C’è stata questa ambizione più personale, è insomma voluta fortemente più da lui. È un personaggio molto marcato politicamente, ma è accaduto anche in passato, pensiamo a Napolitano». È anche una figura che ha diviso il Paese, «ma Salvini e Meloni come possono dire di no alla sua candidatura?. Certo è la conta dei voti che alla fine fa la presidenza. Renzi ha già detto che non voterà Berlusconi... vediamo. O Berlusconi farà un passo indietro e il centrodestra troverà un accordo, o lui proporrà un'alternativa».
Pertini e cosa serve oggi
Qual è il presidente preferito di Tarantino? «Francamente nel cuore ho Sandro Pertini - dice - Non è una questione politica, ero un ragazzino e mi è piaciuto».
E quali sono le caratteristiche ideali secondo il deputato? «Io sono arrivato in Parlamento con un percorso amministrativo, ho fatto la gavetta da consigliere a sindaco e a deputato - spiega - Ogni volta che ho affrontato un pezzo, ho dovuto imparare. Credo che il presidente debba essere scelto tra persone con un percorso politico-amministrativo, per incidere. Deve conoscere le regole, non sarei per un imprenditore o manager, per quanto bravissimi, che non abbiano fatto questo tipo di esperienza. È un ruolo troppo importante. Inoltre secondo me in questo momento storico ci deve essere una persona con una forte empatia».
Pronostico e auspicio? «Che sia donna. Penso alla Moratti o alla presidente del Senato Casellati. Il ministro Cartabia? Mi rifaccio al ragionamento di prima, ci vuole un po' di mestiere». E Draghi? «Credo che questa figura serva all'Italia - risponde - E che Salvini e Meloni preferiscono che rimanga al suo posto. Altrimenti rischierebbe di offuscare o annacquare il prossimo governo con il suo carisma. Lo condizionerebbe».
Per il centrodestra è una prova importante e Tarantino è convinto che lo affronterà al meglio: «Se qualcosa dovesse andare storto, avrebbe ripercussioni sul futuro».
Fervono i confronti politici, resta quel filo di emozione: «Qui si entra sempre con la giacca, ma io lo considero un lavoro, a volte posso avere i jeans. Invece lunedì sarà un momento importante e io indosserò l'abito delle grandi occasioni».
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