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Politica | 03 novembre 2021, 13:18

Embraco, Nosiglia accelera ancora: "Chiederò un incontro anche a Damilano, che ha promesso una soluzione entro giugno"

L'arcivescovo, da sempre in prima fila per la vertenza di Riva di Chieri, conferma i contatti col ministro Giorgetti: "Mi auguro ci siano aziende che si sono fatte avanti"

Embraco, Nosiglia accelera ancora: "Chiederò un incontro anche a Damilano, che ha promesso una soluzione entro giugno"

Sindacati, presidenti, (candidati) sindaci, governatori. Ma ancora oggi, se c'è una figura che più di tutte le altre si è schierata al fianco dei lavoratori ex Embraco, questa continua a essere Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, che ancora una volta è tornato sul tema della vertenza di Riva di Chieri. Anche alla luce di un termine - quello della cassa integrazione - che si avvicina sempre di più con il mese di gennaio.

"Siamo vicino alla fine della cassa integrazione e bisogna trovare una soluzione", ha detto l'alto prelato, a margine di un incontro che si è tenuto in Comune, a Torino. "Bisogna accelerare, non si può lasciare sempre questi operai nel limbo. Ed è possibile secondo me: l'ho detto anche al ministro (Giancarlo Giorgetti, titolare del Mise, ndr), bisogna crederci".

"Coinvolgere Damilano"

Tra coloro che nel corso della recente campagna elettorale hanno affrontato il tema Embraco, c'è anche Paolo Damilano, che ha sfidato Stefano Lo Russo al ballottaggio e che - soprattutto - incontrando gli operai in piazza Castello aveva garantito di farli assumere (anche in caso di mancata elezione) grazie ai contatti e ai buoni uffici che può vantare con il mondo imprenditoriale torinese (e non solo). "Vi ricollocherò entro giugno 2022", furono le parole pronunciate di fronte alla Tenda del lavoro. "Sono ben contento se si riesce a fare una cosa del genere - commenta Nosiglia -. Gli chiederò un incontro per sentire anche questa possibilità. Damilano ha una grande esperienza come imprenditore ed è anche vicino al ministro. Non l'ho detto a Giorgetti, ma la prossima volta glielo dirò".

"Al Mise ho chiesto una posizione chiara"

E sempre sul rapporto col Mise, Nosiglia ha aggiunto: "Ho sentito anche altre volte il ministro ho insistito perché ci fosse una presa di posizione chiara e precisa perché non è possibile continuare così". E pur non facendo riferimenti a dossier "blindati" già in essere, l'arcivescovo ha ribadito come si debba continuare "a lavorare per fare in modo che ci sia questa presa di posizione concreta da parte anche del ministero. Questo l'ho detto tante volte anche al ministro. Mi auguro che sia così e ci siano delle aziende che si sono fatte avanti per dare una risposta appropriata ma non dimentichiamo che già in passato qualche azienda si è presentata e poi ha preso i soldi e se n'è andata quindi bisogna stare molto attenti ma questo il ministero lo sa e sarà molto attento".

"Non bisogna illudere gli operai"

L'ultimo pensiero, come sempre, è rivolto ai lavoratori. "Non si può lasciare questi operai sempre nel limbo, facciamoli entrare in paradiso. Mi auguro anche io ci siano delle aziende disponibili ma bisogna non illudere gli operai".
Proprio nella giornata di venerdì scorso, operai e sindacati sono tornati in piazza, con una manifestazione davanti alla prefettura, per chiedere che non si spengano i riflettori sulla loro vicenda con l'avvicinarsi della fine della cassa integrazione. Hanno chiesto un nuovo tavolo con il Mise, arrivando anche a "minacciare" di occupare la prefettura se non si fosse fissato un giorno sul calendario delle prossime settimane.
Nel consiglio regionale di martedì, inoltre, è stata votata all'unanimità la proposta di un tavolo presieduto dallo stesso premier Mario Draghi per tornare ad affrontare la vicenda.

I lavoratori: "Rimaniamo con i piedi per terra"

Le notizie legate alle possibili prospettive per i lavoratori, si sono pronunciati gli stessi operai che, almeno come rappresentanza, sono in piazza Castello con la Tenda del lavoro: "Spiraglio? Noi restiamo con i piedi per terra, siamo stati presi in giro troppe volte in passato. Stanno preparando le celebrazioni per la Festa del 4 novembre: c'è la bandiera nazionale, la bandiera di tutti noi lavoratori che siamo rimasti vittime di multinazionali che sono andate all'estero. Siamo l'esempio vivente". "Siamo una popolazione strana - aggiungono -: si protesta per questioni poco utili, mentre si tentenna a manifestare per temi come il lavoro. Noi non molliamo". 

 

Cinzia Gatti e Massimiliano Sciullo

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