Andrea Cassano e Anna Maria Capobianco sono i due coniugi che, domiciliati a ‘Casa Serena’, rischiano di rimanere in mezzo a una strada, dopo 30 mesi di vita all’interno della Rsa di Poggio, con problemi di salute, economici e di lavoro.
E’ una storia triste ma che vede due persone piene di orgoglio e dignità, che vogliono una vita normale, non chiedono molto di più. I fatti nascono nel 2018, quando Andrea rimane senza lavoro, al termine di una occupazione per una cooperativa sociale, e quindi con ristrettezze economiche che non consentivano di poter pagare l’affitto dell’appartamento di via Martiri dove vivevano. All’inizio qualche rassicurazione da parte dei proprietari dell’alloggio ma, contestualmente, gli arriva lo sfratto che diventa esecutivo un anno dopo.
In quel caso, fortunatamente, l’intervento del Comune e dei Servizi Sociali si è rivelato decisivo ed ha evitato che Andrea e Anna Maria finissero a dormire in macchina. A ‘Casa Serena’ ci sono degli alloggi del Comune e, uno di questi viene affidato alla coppia, che prende anche il domicilio all’interno. Passano diversi mesi e arriva il Covid, con tutte le problematiche annesse, nel vivere all’interno della struttura di Poggio, poi protagonista di una serie di focolai che hanno anche portato al decesso di molti ospiti.
Andrea e Anna prendono il virus ma, fortunatamente, ne escono nonostante le loro molte patologie che, tra l’altro, non consentono loro di fare il vaccino: “Vorremmo farlo – ci hanno detto – ma purtroppo non possiamo e viviamo nella paura di riprendere il Covid”. Intanto, da marzo 2020 i mesi passano e, nonostante il mini alloggio di ‘Casa Serena’ consenta ad Andrea e Anna Maria di poter contare su un tetto sopra la testa, lui è sempre alla ricerca di un’occupazione: “Io ogni 15/20 giorni chiamo l’ufficio dei disabili per trovare una collocazione lavorativa ma, purtroppo, visto anche il difficile momento economico è difficile trovarla. Io vorrei lavorare ed essere autosufficiente per mantenere me stesso e mia moglie, nonostante le molte difficoltà”.
Dopo i mesi del lockdown arrivano quelli della totale serrata di ‘Casa Serena’. All’interno si propaga il virus, tra dipendenti e ospiti, con oltre 20 morti del drammatico bilancio finale. Contestualmente Andrea e Anna Maria vengono a sapere della cessione da parte del Comune della Rsa a un privato e la preoccupazione di ritrovarsi in mezzo a una strada sale, fino ad arrivare a oggi, quando hanno chiesto aiuto anche alla politica, affinchè qualcuno si ricordi di loro.
Hanno anche fugacemente parlato con il nuovo proprietario della Rsa, il quale ha confermato loro che “Fino a quando il Comune paga non devono preoccuparsi”. Ma è chiaro che Andrea e Anna Maria vorrebbero trovare una soluzione definitiva, a 30 mesi dal loro insediamento a ‘Casa Serena’: “Non chiediamo molto – ci hanno detto – ma solo un piccolo alloggio popolare e una piccola occupazione per poter vivere serenamente. Abbiamo già tanti problemi sanitari e anche la collocazione di Poggio non è certo delle migliori. Ci auguriamo che, a breve, ci possa essere una soluzione”.
Andrea e Anna Maria sono gli unici ‘esterni’ a vivere all’interno della Rsa. Fino a qualche mese fa il Comune aveva sistemato altre persone, tra cui sfollati e ragazze madri, ma ora loro sono rimasti soli e temono che la nuova proprietà possa mandarli via. Attendono risposte, ma sempre con grande dignità.
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