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Politica | 19 agosto 2021, 14:17

Cavallermaggiore, Baravalle: "Non mi ricandiderò, è tempo di lasciare spazio ai giovani"

Dopo oltre vent'anni di attività in Consiglio, non si presenterà alle prossime votazioni di ottobre, ma auspica alla formazione di una seconda lista: "Il paese merita una competizione politica"

Cavallermaggiore, Baravalle: "Non mi ricandiderò, è tempo di lasciare spazio ai giovani"

Non si ricandiderà più Michele Baravalle. Dopo oltre vent’anni nella vita politica del paese, il consigliere di opposizione ha deciso di non ripresentarsi alle prossime elezioni comunali che si svolgeranno a inizio ottobre. 

“Sono stato sindaco per dieci anni, per due mandati. Ho 67 anni, è ora di mettersi da parte e lasciare spazio ai giovani”. Primo cittadino dal 2001 al 2011, eletto con la lista "Indipendenti per Cavallermaggiore", Baravalle è entrato in Comune nel 1999 insieme al sindaco Solavaggione che morì tragicamente nel 2000 in un incidente stradale. “Nel 2001 andammo alle votazioni. Allora vinsi contro l’ex sindaco Mauro Mana. Nel 2006 vinsi ancora contro Franco Ferrero”. Dopo una pausa durata di cinque anni, si ripresenta nel 2016.

Ma l’altro motivo che spinge Baravalle a non ripresentarsi quest'anno è proprio l’amara sconfitta subita cinque anni fa, quando perde le elezioni contro l’attuale sindaco Davide Sannazzaro: “E’ stata una delusione, una ferita che pesa ancora oggi. Non pensavo che i Cavallermaggioresi si dimenticassero le cose che abbiamo fatto in dieci anni. Quello che mi ha preoccupato di più è stato anche il calo di affluenza alle urne: solo il 61% dei Cavallermaggioresi votanti si è presentato, un dato deludente. Scegliere il sindaco è una cosa importante, ma ormai la gente si disinteressa della cosa pubblica”. 

Come mai secondo lei questo disinteresse, che spesso parte dai più giovani? “Fare il sindaco qui è quasi una forma di volontariato. Stiamo attraversando un momento difficile, ma è sbagliato pensare che non ci si debba occupare della cosa pubblica. Credo che se tutti avessero amore per il proprio territorio, ogni cosa sarebbe molto più semplice. Il motivo per cui nessuno si avvicina alla politica oggi, penso sia principalmente perché il giovane non ne trae un bell’esempio a partire dal livello nazionale. C’è tanto che non va. Una volta fare il sindaco o fare l’assessore ti gratificava, oggi non è più così. I giovani poi hanno altri problemi di lavoro, di aggregazione, ma questo allontanamento è sbagliato”. 

Allontanamento che si vede anche dalla difficoltò di trovare una lista che faccia concorrenza a Sannazzaro alle prossime elezioni di ottobre. 

“Già nel 2016 ho avuto difficoltà a trovare i dodici candidati per la lista. Avevo contattato un centinaio di persone di tutte le età, ma non trovavo nessuno. Nel ’95 si erano presentate ben quattro liste, ognuna composta da 16 componenti, oggi si fatica a trovarne due. Mi auguro che la prima domenica di ottobre non ci sia solo una lista. Spero si formi una compagine di giovani, che si voglia candidare contro Sannazzaro, perché Cavallermaggiore merita una competizione politica”.  

“Mi auguro poi che i Cavallermaggioresi vadano a votare”. Se infatti non si dovesse arrivare al 50% dei votanti, con la sola lista dell’attuale primo cittadino, il Comune rischierebbe il Commissariamento di un anno. “Sarebbe la prima volta per il paese”.  

Quali sono secondo lei i problemi ancora da risolvere a Cavallermaggiore e di cui la prossima Amministrazione dovrebbe occuparsi? 

“Cavallermaggiore ha un problema enorme: la messa in sicurezza del torrrente Mellea e del Maria. Il Maira esonda a ovest e non viene verso l’abitato, ma il Mellea esonda proprio verso la città. Due o tre anni fa, è stato realizzato il piano bidimensionale che coinvolgeva diversi comuni. Uno studio molto ben fatto pagato da Cavallermaggiore. Si presentavano tre possibilità di messa in sicurezza, ma ad oggi è ancora sulla carta”. Altra annosa questione secondo il consigliere comunale, la variante sud est. “Da vent’anni tutte le Amministrazioni hanno lavorato per questi due km di strada che avrebbe risolto un problema acustico, atmosferico e di viabilità. I camion sarebbero passati dalla variante, senza transitare dal passaggio a livello. Inoltre, avrebbe fatto da riparo sponsale del torrente Mellea, come una sorta di diga”. 

“Altri grossi problemi Cavallermaggiore non li ha, è una cittadina che tutto sommato presenta diverse aziende agricole, il terreno è atto a qualsiasi tipo di agricoltura. Abbiamo ancora la Campiello e la Biraghi che lavora 450 mila litri di latte al giorno e  ritira da 400 aziende del Cuneese e del Torinese”.

“Forse l’unico aspetto difficile è il commercio locale. Perché come posizione geografica siamo troppo vicino a città come Saluzzo, Savigliano, Bra e Racconigi. Forse funzionano bene solo i negozi di vicinato come panettieri e macellai”. 

“In generale, cercherei comunque di evitare grandi opere, perché c’è tutto. Punterei ad abbellire il paese, con più verde, rotatorie, illuminazione più potente”. 

Fondamentale per Baravalle resta la presenza della stazione.
“Bisogna fare attenzione a non perdere il collegamento con Bra, il sindaco dovrà pretendere l’elettrificazione della linea Cavallermaggiore-Bra, in questo modo teniamo viva la frazione di Madonna del Pilone e togliamo questo servizio di bus”. 

Come ricorderà questi ultimi cinque anni tra i banchi dell’opposizione?
“Sono stati cinque anni tranquilli, ci siamo adeguati. L’Amministrazione di Sannazzaro  ha fatto un lavoro di ordinaria manutenzione, certo consideriamo che hanno avuto l’incombenza della pandemia, cosa che ammetto, il sindaco ha saputo gestire molto bene”. 

chiara gallo

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