La politica cuneese va in vacanza senza aver deciso chi saranno i candidati sindaco, che, nella tarda primavera del prossimo anno, si contenderanno lo scranno più alto del municipio lasciato libero, dopo due mandati consecutivi, da Federico Borgna.
Il dato che, alla vigilia di Ferragosto, accomuna tutte le coalizioni è questo: non c’è unanimità di indicazione né a sinistra, né a destra, né nel centro “civico”.
A destra Fratelli d’Italia ha prenotato il posto e ha messo a presidiarlo il capogruppo regionale Paolo Bongioanni. Tuttavia, è assai probabile che non sarà lui il candidato sindaco.
Da qualche giorno corre voce che il centrodestra – in particolare Fratelli d’Italia – stia indirizzando le proprie attenzioni verso il mondo imprenditoriale, bacino da cui vorrebbe – sulla falsariga di quel che è successo a Torino con Paolo Damilano – attingere il proprio portabandiera.
I partner di coalizione, Lega e Forza Italia, fino a questo momento non hanno riservato particolare attenzione alle prossime elezioni amministrative cuneesi.
Gli interessi dei big leghisti provinciali restano concentrati sul Fossanese. Sono infatti ben consapevoli che il capoluogo è una brutta gatta da pelare per cui lasciano che siano i Fratelli a cimentarsi. Almeno in prima battuta.
Forza Italia non sta passando uno dei momenti più esaltanti della sua ultratrentennale storia: a Cuneo l’unico consigliere eletto nel 2017, Massimo Garnero, fratello della senatrice FdI Daniela Garnero Santanchè, è passato a FdI e oggi FI non annovera alcun rappresentante in Consiglio comunale.
La maggioranza uscente, dal canto suo, ha sul tavolo almeno 5 nomi: Patrizia Manassero, attuale vicesindaco ed ex senatrice Pd, e quattro assessori della formazione civica “Centro per Cuneo”: Luca Serale, Cristina Clerico, Franca Giordano e Davide Dalmasso.
Da questo fronte la fumata continua a restare nera e nulla fa presagire che possa diventare bianca a breve.
Patrizia Manassero avrebbe indubbiamente il profilo politico per una città capoluogo di provincia, cosa di cui invece difetta – fanno notare alcuni – Luca Serale, pur godendo questi di un vasto consenso elettorale.
Nel Centro per Cuneo, poi, ci sono vari altri aspiranti, espressione di altrettante sensibilità non propriamente omogenee.
Il presidente del gruppo, Beppe Delfino, per non scontentare alcuno, democristianamente, ne ha indicati una manciata, ma fare sintesi tra anime così differenti si sta rivelando impresa ardua.
Tutti confidano che Borgna dia consigli, ma il sindaco, prudentemente (ed astutamente) si guarda bene dal dispensare indicazioni con troppo anticipo.
Deve concentrarsi sul suo futuro politico, non più così agevole come pareva essere fino a qualche tempo fa e le volontà testamentarie possono dunque attendere.
Le forze politiche della coalizione di maggioranza in carica si dicono intenzionate a restare unite; nessuno, però, è disposto a fare un passo indietro per favorire l’investitura di un “sindaco” unanimemente condiviso.
Solo il Pd appare formalmente compatto su Patrizia Manassero, ma anche qui non mancano autorevoli (per quanto taciti) distinguo.
Una situazione di incertezza che inizia a dar adito al sospetto che qualcuno nella maggioranza voglia “strappare”.
La recente storia politico-amministrativa di Cuneo insegna che chi ha “sparigliato” ha vinto, ma non è detto che ciò che ha funzionato nel passato prossimo possa valere anche per il futuro.
Ecco perché la parola d’ordine è “prudenza” .
E non stupisca se anche chi – si vocifera di Cuneo Solidale e Democratica – pur tentato dalla voglia di distinguo per uscire dal gioco delle manfrine, indugi.
I “Beni Comuni” di Nello Fierro e Ugo Sturlese, ancora una volta, sembrano intenzionati a percorrere la loro strada autonomamente, pur se ad oggi anch’essi privi di un leader.
Il Movimento 5 Stelle, alle prese col nuovo corso moderato di Giuseppe Conte, annuncia una candidata sindaco donna, giovane e competente. Un identikit esemplarmente stellare, peccato manchino cognome e nome.
E poi ci sono i “battitori” liberi: Giancarlo Boselli, Beppe Lauria e Pietro Carluzzo.
Il primo è un vecchio leone di scuola socialista, con un trascorso da vicesindaco, che sta battendo la città in lungo e in largo facendo le pulci su tutto all’amministrazione comunale: dall’ordine pubblico al degrado urbano.
L’astuzia non gli difetta per cui coglierà al balzo ogni defaillance che dovesse registrarsi tanto a sinistra che a destra per avvantaggiarsene.
Il secondo è un ardito esponente della destra estrema, per quanto in municipio rivesta i panni di consigliere civico, che, proprio in questi giorni, ha sposato la causa del “No green pass”. Lauria dispone di un pacchetto di voti personale che da un quarto di secolo gli garantisce l’elezione in municipio. Dal centrosinistra guardano a lui con interessata fiducia: “Con Lauria – dicono sottovoce pronti allo spergiuro – abbiamo un’assicurazione sulla vita. Finchè c’è lui il centrodestra a Cuneo non vincerà”.
Il terzo è un giovane che proviene dalla squadra primavera di “Monviso in Movimento”, gruppo col quale ha rotto per provare a giocarsi – confidando in qualche appoggio trasversale – una possibile candidatura in proprio.
Una partita difficile, considerato che Carluzzo, a diversità di Boselli e Lauria, non ha esperienza consiliare. Conta sull’entusiasmo giovanile e si affida ad una buona dose di temerarietà.
Come si evince la situazione resta magmatica su tutti i fronti.
Chi pensa che in autunno il quadro possa essere più chiaro è bene che confidi più realisticamente nel disgelo primaverile.
Resta il fatto che la maratona elettorale è partita.
Dieci mesi – tanti ci separano dalla prossima tornata elettorale comunale – son lunghi da passare e il rischio che qualcuno arrivi col fiato corto in vista del traguardo non è affatto peregrino.
Commenti