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Politica | 03 luglio 2021, 18:31

FOTO E VIDEO - Zanzi e la visione di una Varese dove tutto passi dall’ambiente: «Se vinciamo noi, vince la città»

A Villa Augusta, dove iniziò la sua lotta nel mondo istituzionale, il leader di Varese 2.0 ha lanciato la sua candidatura a sindaco. Con un punto fermo: «Ogni decisione dovrà passare sotto il filtro ambientale». Pgt, riqualificazione ex Aermacchi, il no al consumo di nuovo suolo e alla sottrazione del verde saranno i punti principali del programma

FOTO E VIDEO - Zanzi e la visione di una Varese dove tutto passi dall’ambiente: «Se vinciamo noi, vince la città»

Non poteva non iniziare all’interno di uno dei più bei parchi cittadini la corsa elettorale di Daniele Zanzi e del movimento Varese 2.0.

E chi pensa solo alla professione di agronomo e alla conseguente predilezione per il verde, non sbaglia certo strada ma forse non ne segue una completa: a Villa Augusta, in realtà, prese il via anche la sua lotta all’interno del mondo istituzionale. Lotta che non principiò - come molti credono - dalla battaglia per scongiurare la costruzione del parcheggio alla Prima Cappella del Sacro Monte, bensì per evitarne un altro, proprio a Villa Augusta. «Un parcheggio devastante» ricorda oggi.

Qualche anno dopo eccolo qui, a lanciare una candidatura a sindaco «autonoma, libera, fatta per dialogare con tutti i cittadini, perché i varesini appartengono a Varese, non al Pd o alla Lega o a altre forze politiche. La porta del mio ufficio da vicesindaco è sempre stata aperta e non ho mai chiesto a qualcuno di quale partito fosse per dargli retta. Se vince Varese 2.0, vincono i varesini».

Il leader di 2.0, accompagnato in quest’uscita dalla consigliera e moglie Elena Baratelli, da Alessandro Goitan e dall’architetto Angelo Del Corso, oltre che dai tanti venuti anche per ascoltare i suoi racconti e le sue spiegazioni sulle peculiarità del parco di Villa Augusta, nella sua analisi parte anche dalla conclusione traumatica dell'esperienza da vicesindaco: «Mi hanno epurato dalla giunta, dal luogo dove mi avevano messo i cittadini. Il cammino ora va avanti e avrà una fine solo quando vinceremo per la città. Non saremo contro qualcuno, non useremo “acchiappa-voti” alla Ebagua (leggi qui): siamo una voce critica presente sul territorio da 9 anni e mai inglobata nel sistema. Siamo soprattutto dei varesini che conoscono Varese e sanno quali siano i suoi problemi».

Per arrivare all’appuntamento elettorale Zanzi sosterrà il Varese 2.0 tour, otto tappe, otto sabati dal 21 agosto al 9 ottobre nei luoghi più belli della città, nei quali proporre un percorso nuovo per Varese. Partendo da un punto fermo: «Mettiamo al centro il tema ambientale: qualsiasi decisione verrà presa a Varese deve passare sotto tale filtro. Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti climatici non sono più evitabili, lo ha detto anche l’Onu: ora non si può più prevenire, ma solo mitigare, ridurre i rischi. Per questo vogliamo porre tale imbuto a ogni scelta. E poi ricordiamoci che per Varese l’ambiente e le sue ricchezze naturali sono tutto, dai parchi maggiori ai giardini più piccoli. Oggi passavo per i giardinetti Liala e ho visto lo scempio creato dal cantiere lì vicino, a 50 metri dal Comune: possibile che nessuno tra sindaco e assessori dica qualcosa?».

È spettato poi a Del Corso, Goitan e Baratelli declinare il programma elettorale, che appunto va letto sotto la lente ambientale. Tanti gli esempi, a partire dal Pgt (Piano di Governo del Territorio), che per Del Corso «non ha mai cambiato visione e dato un indirizzo diverso al territorio. Se esso rimane dissociato da questioni anche sociali, economiche e culturali diventa statico e inutile, buono a risolvere solo qualche problema di viabilità. Vogliamo cambiarlo, rinnovando l’impegno preso 5 anni fa». Poi le attività produttive: «Varese deve diventare la capitale delle discipline legate all’ambiente, incentivando la realizzazione di start-up, che fondino il loro futuro su questo tema, e l’interazione tra le istituzioni civili, universitarie, economiche e associative».

Ambiente significa anche evitare consumo di nuovo suolo o sottrarre lo stesso al verde: «Si parla tanto di campi da paddle ultimamente a Varese - continua del Corso - Si sono progettati otto campi solo in città. Ma che senso ha? Si tratterà di migliaia di metri cubi di cemento sottratti alla natura. Perché invece non ri-funzionalizzare le aree dismesse per costruirli, visto che solo esse avrebbero le geometrie opportune allo scopo?».

Qui viene spontaneo un collegamento con la riqualificazione dell’area ex Aermacchi, sulla quale Zanzi annuncia che Varese 2.0 farà grande battaglia: «Si tratta di un luogo che dovrebbe essere davvero restituito ai cittadini e integrato con il quartiere dove sta. Invece ci faranno un supermercato. È assurdo demolire un capannone per farne un altro».

Non mancano, negli intenti del movimento, nemmeno le questioni sociali, culturali e legate alla sanità: «Il Covid ha allargato le disuguaglianze in una città che già fatica nel percorso di integrazione delle culture - ha affermato Baratelli - E allora vogliamo aprire sportelli della solidarietà, uffici per la solitudine, investire negli orti urbani, migliorare la capienza dei dormitori notturni. Poi intendiamo investire sulle realtà artistiche e culturali locali, nonché riproporre un vero festival dell’ambiente: il Nature Urbane di oggi è diventato una sagra di paese, quando invece sono necessari autentici tavoli di lavoro che identifichino Varese come città faro dal punto di vista ambientale. E infine la salute: rispettiamo la divisione dei compiti delle diverse istituzioni, ma saremo presenti e incalzanti per aiutare i cittadini, aumentando le loro possibilità di accedere ai sistemi di cura».

L’ultimo pensiero è per i rioni: «Vorremmo modificare i consigli di quartiere: oggi sono pura espressione della divisione partitica. Invece dovrebbero essere eletti, avere un budget economico ed essere messi nella condizione di lavorare per davvero».

Daniele Zanzi intervistato dal direttore Andrea Confalonieri

Fabio Gandini e Andrea Confalonieri

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